Saviano non molla la classifica, la bio di Papa Francesco svetta e Dan Brown fa Dan Brown. Ma in generale le lettere e la lettura sono morti. Il 70% degli italiani non legge più di un libro all'anno, lasciato a metà sul comodino e le case editrici hanno registrato perdite di 2 milioni di euro rispetto all'anno scorso. E allora pubblicano di tutto: idee regalo più che testi letterari, influencer al posto degli autori, manuali di vita quotidiana più che romanzi. Però quelli che acquistano audiolibri sono il 14%
Gli italiani non ne vogliono sapere dei libri. Non li leggono neanche regalati, figuriamoci se li comprano. All'ultima Buchmesse di Francoforte, la più importante fiera del libro al mondo, sono stati sciorinati in pubblico i dati più recenti. Se nell'Olimpo esistesse un Dio della Lettura, ci fulminerebbe tutti.
Quanti sono gli italiani che leggono? Secondo il corposo e approfondito resoconto dell'Osservatorio dell'associazione italiana editori (Aie), dichiarano di aver letto almeno un libro negli ultimi dodici mesi, il 73% degli italiani tra i 15 e i 74 anni. Cioè 32,4 milioni di italiani, in leggero calo rispetto ai 32,8 milioni dell'anno precedente.
NEMMENO REGALATI
Se nel 2024 le copie vendute erano state un milione e mezzo meno dell'anno precedente, solo nei primi nove mesi di quest'anno siamo già a un'emorragia di 1,9 milioni. È vero, libri venduti non equivale a libri letti: esistono i libri comprati e regalati e lasciati intonsi, ed esistono le biblioteche, affollate soprattutto di pensionati scarsi di liquidità.
Di fatto comunque gli introiti delle librerie sono diminuiti. I ricavi del settore trade (librerie fisiche, grande distribuzione, librerie online) sono inferiori di oltre 20 milioni a quelli dell'anno scorso. Qualcuno ha detto che le statistiche sono come le minigonne: rivelano cose interessanti, ma nascondono l'essenziale. In questo caso non lo nascondono neanche tanto, poiché è flagrante che non solo i lettori evaporano, ma anche il mercato si restringe come una pozzanghera sotto la canicola. Mentre al Centro-Nord legge il 77% degli italiani, la percentuale scende al 62% nel Sud e Isole. Il 38% degli italiani tra i 15 e i 74 anni non ha comprato nessun libro negli ultimi dodici mesi, il 30% da 1 a 3, l'11% da 4 a 6, il 12% da 7 a 11, il 9% più di 12. Questi ultimi, però, acquistano il 47% di tutti i libri a stampa venduti in Italia in un anno. In parole povere, meno di un decimo degli italiani influisce su quasi la metà delle vendite complessive. (A parte segnaliamo che gli acquirenti di e-book sono invece il 31% della popolazione di 15-74 anni, quelli di audiolibri il 14%).
I FONDI
Il presidente dell'Aie Innocenzo Cipolletta commenta: "La flessione di 20,7 milioni di euro delle vendite nei primi nove mesi è inferiore ai 25 milioni stanziati a inizio anno per le biblioteche, che a settembre non erano ancora stati spesi per la mancanza dei decreti attuativi" lamentandosi dei "ritardi nell'attuazione delle misure a sostegno della domanda", e dicendosi deluso "che nella legge di Bilancio presentata dal Consiglio dei ministri non abbia trovato spazio la detrazione della spesa per i libri scolastici", e poi di limitazioni su contributi di 100 euro da usare per l'acquisto di libri cartacei e digitali, destinato alle famiglie meno abbienti. Il ministro della Cultura Alessandro Giuli gli ha risposto a stretto giro che "i decreti attuativi del ministero della Cultura sono tra i provvedimenti più rapidi dell'intero governo al punto che lo schema di decreto dei 30 milioni è stato inviato alla Conferenza Unificata già lo scorso 19 luglio". Insomma, il buco bene o male si riuscirà a tapparlo anche quest'anno.
Per gli amanti dei paradossi, ricordiamo che nel 2024 sono stati pubblicati in Italia 85.872 titoli a stampa, di cui 69.168 titoli per il mercato trade (80%). I titoli di autori che si autopubblicano sono il 16%, i libri scolastici il 4%. Il catalogo da cui gli italiani possono scegliere quali libri leggere è arrivato a 1,53 milioni.
Ma che fine fanno questi libri? Risposta a bruciapelo: nascono già morti. Qualcuno andrà nelle librerie e tornerà indietro poche settimane dopo, altri non usciranno neanche dal magazzino, altri verranno più o meno svenduti in occasioni speciali, come presentazioni, festival, giurie dei premi letterari, pesche di beneficenza, e via a scivolare nell'inanità e nel silenzio dell'oblio.
E possiamo smettere di stupirci se un enorme per quanto imprecisato numero di titoli vende meno di dieci copie. Qualcuno dice il 30% del totale.
LA CLASSIFICA
E caso mai fosse rimasto in giro ancora qualche ottimista, abbiamo l'arma per abbatterlo definitivamente: basta dare una rapida occhiata alla superclassifica dei dieci titoli più venduti nel 2025.
Nei primi nove mesi di quest'anno il libro più venduto è stato La catastrofica visita allo zoo, dello svizzero Joel Dicker (La nave di Teseo), autore popolarissimo e consolidato. Il secondo è l'autobiografia di Papa Francesco (Spera, Mondadori), e questo possiamo capirlo, considerato l'effetto della dipartita, avvenuta a un solo trimestre dall'uscita del volume. Quello che ci lascia attoniti è il terzo: Verrà l'alba, starai bene, una favola motivazionale farcita come un cappone natalizio di luoghi comuni sulla ricerca della felicità, l'accettazione di sé, lo zen, i viaggi in Oriente e una quantità inverosimile di ecobanalità che tal Gianluca Gotto è riuscito a farsi impaginare e rilegare dalla Mondadori, evidentemente abbagliata più dal numero dei suoi seguaci nei canali social che dal suo irreperibile talento letterario. Dopo, in ordine sparso, c'è il thriller di Dan Brown, zeppo di misteri e inseguimenti, ma anche l'interpretazione della Bibbia di Aldo Cazzullo, il più ubiquo, invadente e insipido opinionista d'Italia. Poi c'è un libro di vignette per far ridere i bambini, due faldoni strappalacrime per signore, il vincitore obbligatorio del premio Strega, e Saviano che chiagne e fotte.
Riassumendo: gli italiani comprano sempre meno libri, non tutti quelli che li comprano
li leggono veramente, quelli che ne comprano tanti sono un'esigua minoranza, di loro una parte consistente crede che Aldo Cazzullo sia un intellettuale e che Giancarlo Gotto sia uno scrittore. È il funerale delle lettere.