Nazioni Unite, un mito a targhe alterne Benvenute a Beirut, cacciate da Kabul
14 Luglio 2006 - 00:00I pacifisti chiedono lintervento contro Israele. Ma lo rifiutano in Afghanistan
Luca Telese
da Roma
In Afghanistan è nata la sovranità internazionale «a targhe alterne». Quando si parla dellAfghanistan, la sinistra radicale si fa ipercritica, pone mille dubbi, mille questioni, ci spiega che lOnu non è abbastanza forte, non è abbastanza sicura, tende allimpotenza. Quando si parla di Israele, invece, lOnu improvvisamente cambia faccia, diventa lunico arbitro possibile, lultima speranza di pace, il mediatore a cui tutto il mondo dovrebbe chiedere un intervento per rimettere le cose a posto. Chi ieri si fosse divertito a scorrere le agenzie, nascondendo la data, avrebbe avuto unimpressione di schizofrenia. Per Verdi, Pdci e soprattutto Rifondazione la collisione fra le responsabilità del governo e la drammaticità delle ultime crisi internazionali, ha prodotto un effetto elettroshock, una sorta di tilt che ha una mirabile rappresentazione nella proposta di Salvatore Cannavò, abile leader della minoranza trotzkista del partito di Franco Giordano, uno che ha la sensibilità giornalistica per le proposte ad effetto e che solo una settimana fa diceva con una mirabile sintesi: «Le fregate italiane di Enduring Freedom nel mare arabico? Dovrebbero andare a pattugliare le coste di Israele pronte a intervenire per fermare il governo di Olmert».
E anche Oliviero Diliberto, che pure in queste ore sta conquistando la ribalta mediatica per la sua opposizione allintervento in Afghanistan, ieri diceva: «Io la guerra in Libano lho vista con i miei occhi, bisogna dire sì allOnu perché assuma il ruolo di forza di interposizione di pace». Sempre Diliberto, però, due giorni fa, stigmatizzava il viaggio del segretario generale dellOnu in Italia, per perorare la causa della missione afghana: «Non sono daccordo con Kofi Annan, non doveva dire quel che ha detto». E non è certo uneccezione, quella del leader del Pdci, perché anche Giovanni Russo Spena, capogruppo di Rifondazione al Senato, sempre due giorni fa, sospirava: «Annan sbaglia, le operazioni militari non aiutano la stabilità». Bene, ieri una parlamentare di Rifondazione esperta di questioni internazionali come Elettra Deiana, vicepresidente della commissione Difesa, sosteneva: «LOnu assuma la responsabilità della crisi, occorre ora più che mai una forza politica super partes». Mentre basterebbe citare la senatrice di Rifondazione Lidia Menapace, che quando invece parlava di Afghanistan spiegava: «Il dubbio che ho su quella missione è proprio nelle modalità in cui lOnu è intervenuta dopo lintervento americano». Ed era lo stesso dubbio del segretario Giordano, che non vedeva chiarezza nella staffetta tra americani e Onu in Afghanistan, ma che ieri non solo chiedeva un intervento dellOnu, ma anche dellItalia: «La situazione sta diventando esplosiva, serve un intervento dellOnu ed è possibile una partecipazione italiana».
Insomma, cè unOnu buona e unOnu cattiva, una imbelle e una che funziona. Ed è curioso che questa richiesta di intervento arrivi dalla sinistra che insorse furibonda contro il generale Morillon e i suoi caschi blu, che come è noto vennero definiti «imbelli», per avere abbandonato la difesa delle città nella ex Jugoslavia. Se cè stata una critica lucida, feroce e costante allorganizzazione di Kofi Annan, piuttosto, era nata nella «destra» neocon, tra i «falchi» americani. A non pagare le quote di sostegno allOnu era lAmerica «buona» di Bill Clinton, che ritirò il suo famoso 25 per cento di finanziamento.
Come si vede, dunque, la realtà è complessa e le contraddizioni della sinistra radicale, che fino a ieri aveva esercitato liberamente il suo diritto di critica, sono dovute al fatto che la camicia di forza delle maggioranze parlamentari adesso chiede voti di responsabilità, impegni per garantire la fiducia al governo Prodi e quindi necessità di alibi esterni. E quindi, presa da questa schizofrenia della sinistra ulivista, non si rende conto che i motivi di questo gradimento «a targhe alterne» sono dovuti al fatto che anche lOnu è «schizofrenica», soprattutto nei confronti di Israele. Israele è lunico Stato che nacque per una risoluzione dellOnu (1947), è lunico Stato che non ha avuto e non avrà mai un rappresentante nel Consiglio di sicurezza, è lunico Stato che ha risvegliato una condanna «democratica» (10 novembre 1975) dellOnu quando il dittatore ugandese Idi Amin riuscì a far passare una risoluzione in cui si equiparava il sionismo al razzismo.
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