La nebbia scompare, vittima dei cambiamenti climatici: la Pianura Padana ne registra una riduzione del 30-35% in 20 anni mentre sulle coste Usa si è calcolato che ogni giorno è presente tre ore di meno.
E si parla di allarme ecosistemi. A dirlo negli Stati Uniti sono stati i ricercatori dell’Università di Berkley che hanno evidenziato come questo cambiamento potrebbe incidere negativamente sul benessere delle foreste.
Lo studio, che sarà pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, ha sottolineato come la drastica riduzione della nebbia, accompagnato da un aumento della temperatura media, possa causare ripercussioni negative sulle foreste di sequoie che popolano la costa orientale degli Stati Uniti: la nebbia, riuscendo a prevenire la perdita di acqua dagli alberi, svolgeva un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’ecosistema costiero, che adesso si trova in «serio» pericolo.
Dalle analisi effettuate lungo la costa orientale degli Stati Uniti è stato evidenziato che, solo nell’ultimo secolo, in estate è stata riscontrata una perdita giornaliera di nebbia di circa tre ore.
Un evento questo che i ricercatori ritengono «pericoloso» per il benessere ambientale: sequoie, animali e piante, non potendo più contare sul particolare clima umido delle zone costiere, non riescono a continuare il naturale processo di rigenerazione.
Ma il fenomeno è «ben visibile» anche in Europa: in Italia la nebbia è in netta regressione ed è stata calcolata una riduzione del 30-35 per cento negli ultimi 20 anni in Pianura Padana, catalogata, fino agli anni ’90, come una delle zone più nebbiose del mondo. «Da quell’anno in poi non sono stati più registrati i picchi massimi e i giorni di nebbia si sono notevolmente ridotti anche se gli ultimi due anni hanno fatto registrare un ritorno a una situazione simile agli anni ’60-’90», spiega Giampiero Maracchi ordinario di climatologia all’Università di Firenze.
«Questa perdita di nebbia - conclude Maracchi - è probabilmente dovuta a un cambiamento della circolazione.
L’aria umida viene dall’Adriatico e va a cozzare con le Alpi Marittime. Con la modifica della circolazione quest’aria umida proveniente dall’Adriatico la nebbia non ha la stessa frequenza».
I ricercatori Usa grazie alle informazioni su visibilità, vento e temperatura concesse dagli aeroporti, hanno attribuito la causa alla «notevole» diminuzione, nel corso degli anni, della differenza di temperatura tra costa e interno del Paese. Processo questo che ha implicato, secondo le analisi, un calo del 33% degli eventi nebbiosi.
Un esempio del cambiamento è stato registrato tra l’università di Berkley, nella Baia di san Francisco, e la città di Ukiah a nord della California: all’inizio del XX secolo si stimava una differenza diurna di temperatura di 17 gradi Fahrenheit, mentre oggi sono solamente 11.
«I dati - ha affermato James A. Johnstone, autore dello studio - supportano l’idea che la nebbia costiera della California del Nord è diminuita in connessione al calo del gradiente di temperatura tra costa e interno.
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