Nei diari i santi vanno all’inferno

Alessandro Gnocchi Mario Palmaro
Tempi duri per i genitori che abbiano a cuore la fede dei propri figli, ora che è cominciata la scuola. Bisogna tornare in trincea e affrontare i professori in servizio democratico permanente effettivo pronti a denunciare le ingerenze clericali non appena un vescovo apre bocca. Poi, rintuzzare gli insegnanti di religione cattolica inebriati dallo «spirito del Concilio Vaticano II», che deve essere piuttosto alcolico a giudicare dagli effetti, i quali spiegano che Gesù Cristo, Maometto o Budda fa lo stesso, basta volersi bene. Quindi, passare con il macete là dove i libri di storia spiegano che i vandeani sterminati dopo la rivoluzione francese e i preti massacrati dai repubblicani spagnoli, in fondo, se lo sono meritato poiché ostacolavano il progresso.
Tutto questo, ormai, il genitore di sana e robusta costituzione cattolica lo mette in conto ed è preparato. Il suo problema è che la sua vigilanza non si deve fermare qui. Deve guardarsi da qualche cosa di meno eclatante e più pericoloso allo stesso tempo, un oggetto che entra nello zaino fin dal primo giorno di scuola: il diario scolastico.
Qui il campionario è vastissimo e va dalla battuta a sfondo sessuale all'invettiva contro la famiglia, passando per tutte le sfumature del politicamente corretto, colori della bandiera della pace compresi. In proposito, ognuno si lascia inquietare a seconda della propria sensibilità. Per esempio, c'è l'agenda «Bastardi dentro», che apre presentando il profilo del giovane «bastardo dentro» come si deve. Basta? No che non basta, perché lo fa utilizzando un carattere che piacerebbe tanto al Sauron del «Signore degli anelli» e scrivendo da destra verso sinistra. Diabolico è dire troppo.
Pensare a un'istigazione subliminale all'inversione dei valori è magari esagerato. Ma pensare che i ragazzi di oggi sono costretti a convivere con il brutto è il minimo. E non è poco, perché è proprio attraverso l'educazione al brutto che si distrugge il desiderio del bello, e dunque del buono, e dunque del vero.
Ma si possono fare anche altre prove. Per esempio quella di cercare il santo del giorno. Si potrà anche dire che se uno va a cercare i santi nei diari scolastici vuol fare il provocatore. Sarà anche vero. Ma è attraverso la progressiva eliminazione di ogni segno del sacro che il laicismo decattolicizza la società. E più l'eliminazione è indolore, impercettibile e quotidiana, più è efficace. Adel Smith che tuona contro i Crocifissi nelle scuole ottiene molto meno di un diario privo di santi.
Qualcuno obietterà che la «Smemoranda» qualche santo lo riporta. È vero, riporta «Tutti i santi», «Immacolata», «Natale», «Santo Stefano», «San Silvestro», «Epifania», «Pasqua», «Lunedì dell'Angelo». I santi delle vacanze, insomma. E l'occhio del genitore cattolico cade su quel malinconico «Immacolata», buttato lì in un modo che ai ragazzi non ricorda certo l'Immacolata Concezione di Maria, ma «il-ponte-dell'immacolata» a cui tanto anelano fin dal primo giorno di scuola.
Al povero genitore cattolico rimane una speranza. Entrare in una libreria cattolica, prendere un'agenda cattolica e convincere il figlio che, non sarà un diario alla moda, ma è sempre meglio una raccolta di fregnacce. Salvo accorgersi che gli hanno rifilato l'agenda della comunità di Bose. Allora va in fretta a vedersi il mese di maggio, mese mariano, mese in cui si misura il tasso di cattolicità. E questo è il risultato del maggio 2006: «1°, Festa internazionale dei lavoratori; 13, Vesak: nascita, illuminazione ed estinzione del Buddha; 16, offerta delle primizie (ebrei); 18, anniversario della morte di Giuseppe Lazzati; 19, anniversario della morte di Celestino V; 25, Ascensione (Chiesa cattolica universale e Chiese d'Occidente); 26, Sant'Agostino di Canterbury (Chiesa cattolica e Chiesa anglicana); 28, Ascensione (Chiesa cattolica in Italia); 29, Ascensione (morte) del Baha'u'llah (baha'i); 31, Visitazione della Vergina Maria (Chiesa cattolica e Chiese d'Occidente)».


Dunque, il primo maggio niente San Giuseppe artigiano sennò i protestanti protestano; segue tripudio di feste ebraiche e buddiste con balzo in avanti del Baha'u'llah che guadagna un ex aequo con Gesù in materia di Ascensione; le confessioni non cattoliche sono chiamate Chiese con tanto di maiuscola anche se la «Dominus Jesus» avverte che non è possibile per le comunità protestanti; Celestino V è ok perché ha rinunciato a quella tremenda struttura di potere che è il papato; Giuseppe Lazzati, che per la Chiesa non è nemmeno Venerabile, entra in classifica dato il suo essere naturaliter progressista. Che fare? Si butta tutto, si prende un'agenda da lavoro qualsiasi e la si riempie di santini. Funziona. E i figli capiranno.

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