Neil Simon: «Jerry Lewis? È un matto disinibito»

Chi non ha visto una volta a teatro una commedia di Neil Simon? E chi non si è mai divertito a film tratti dalle sue commedie come A piedi nudi nel parco, La strana coppia, I ragazzi irresistibili, Appartamento al Plaza? Ne sono stati interpreti attori del calibro di Robert Redford, Jack Lemmon, Walter Matthau, Michael Caine, Anne Bancroft, Jane Fonda.
Ma Simon ha scritto anche musical superbi come Sweet Charity, che Bob Fosse trasferì dopo i successi di Broadway sullo schermo, protagonista la splendida Shirley McLaine. Molti ignorano, però, che negli anni Cinquanta, all’inizio della carriera, che lo ha reso l'autore vivente più rappresentato nel mondo oltre che il più amato di Hollywood, egli ha scritto brillanti sketch per Jerry Lewis. Questa volta è la mia storia (titolo originale Rewrites), appena uscito per le edizioni Excelsior 1881, è la sua autobiografia, ricca di aneddoti sui suoi più famosi interpreti ma anche sulle differenze fra cinema, teatro e Tv. Il cuore di Simon, che ha da poco compiuto 80 anni, batte, tuttavia, per il teatro: «Per un uomo che vuole essere padrone di se stesso, adeguare la vita alle proprie visioni anziché seguire le orme altrui, il teatro è il lavoro perfetto». Dalle pagine piene di humour, ma anche di grande saggezza, escono ritratti indimenticabili dei suoi registi e dei suoi attori. Jerry Lewis era «un matto, selvaggio e disinibito, mezzo bambino e mezzo scimpanzé. Vedevo in lui qualcosa che mi mancava: la libertà dalla paura del giudizio degli altri».
Bob Fosse, uno dei suoi amici più cari, è ricordato per la genialità con cui usava oggetti di scena nei musical: «Sedie, panchine, cuscini, lampade, mazze da baseball, sciarpe, perfino pizze, entravano a far parte del personaggio». Jack Lemmon è colto nel suo talento di attore in grado di recitare la commedia e il dramma allo stesso livello, rispettando sempre le parole scritte dall'autore. Robert Redford, «dall'intelligenza acuta e spiazzante», è fotografato mentre, seduto in un angolo buio del teatro, disegna sorprendenti caricature dei suoi compagni di scena.


Questi e tanti altri protagonisti sono raccontati dall'occhio di un grande commediografo che ha creduto sempre nella magia della creazione: «Una commedia deve essere costruita su fondamenta solide. Prima trovi i personaggi, poi la storia e alla fine i dialoghi. Se hai una storia e dei dialoghi ma non hai i personaggi costruisci un castello di sabbia». Una verità innegabile anche per il cinema e la tv.

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