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Nek, tutto esaurito per l’emiliano da 5 milioni di album

Parte dal Forum il tour del cantautore di Sassuolo. Concerto su Internet per chi non ha trovato i biglietti

Antonio Lodetti

Non è una novità che Nek sia un cavallo vincente. Facendosi un baffo della crisi del disco, ha venduto cinque milioni di album e più di un milione di singoli. La sua antologia Best of: l’anno zero, l’anno scorso ha volato alto nelle classifiche e anche il nuovo album, Una parte di me, coi tempi che corrono è arrivato a 150 mila copie, senza dimenticare che ha trionfato al Festivalbar lasciandosi alle spalle Jovanotti.
Anche in tournée Nek va fortissimo; l’anno scorso è partito da Milano, dal Teatro Nazionale, e per le richieste dei fan ha dovuto replicare la sera successiva. Stasera, invece, inaugura il nuovo giro di concerti (che si chiuderà i primi di dicembre con uno sconfinamento a Zurigo e Bellinzona) dagli spazi enormi del Forum e lo attende il tutto esaurito. Per chi non ha trovato il biglietto (e per i fan più assatanati) l’intero concerto milanese si potrà vedere o scaricare su Tiscali, da martedì prossimo al 9 gennaio, al costo di 5 euro.
Il ragazzino nato e cresciuto in una fattoria di Sassuolo è ormai un celebrato cantautore, anche se fare il divo non è nelle sue corde (appena può molla tutto e va in giro per i campi col suo trattore). Una star antistar con i piedi per terra: «Sono sempre molto critico con me stesso e anche molto guardingo - è solito dire -, così quando le cose hanno cominciato ad andarmi bene la sorpresa è stata doppia».
È un appassionato di pop e rock da quando aveva una decina d’anni («È a quell’età che assimili i primi suoni; che capisci se l’arte è dentro di te oppure sei destinato a suonare la chitarra nella tua cameretta»). Il fratello maggiore lo avvicina all’elettronica dei Kraftwerk e ai suoni coloriti degli Spandau Ballet, ma lui ama il country, il rock dei Led Zeppelin e degli U2, le ballate di Bruce Springsteen. Così, con alcuni amici, forma la sua prima rock band. Suoni morbidi, sostenuti da semplici e leggiadre melodie; i primi passi delle ballate solari e dirette che caratterizzano il suo stile. il giro delle balere con i White Lady, poi lo scioglimento della band e la svolta solista («Quando gli altri ragazzi hanno deciso di smettere mi sono guardato allo specchio e ho detto: “voglio fare il contabile o il cantante?“, ed ora eccomi qua»)la vittoria a Castrocaro, il primo album nel ’92, il terzo posto l’anno successivo a Sanremo Giovani con In te, brano che suscita un mare di polemiche, il premio europeo come miglior giovane cantante (insieme a Giorgia) e infine, nel ’97, il supertormentone Laura non c’è.
Da allora Nek non ha più perso un colpo, ed è diventato anche un artista da esportazione, non solo sul mercato sudamericano (dove i suoi dischi vanno a mille) ma anche con concerti negli Stati Uniti. Lui, che definisce il suo sound «pop mischiato con robuste iniezioni di rock».

Stasera si racconterà sviscerando il meglio del suo repertorio, da Se io non avessi te a Se una regola c’è al recente singolo Lascia che sia. «Il concerto è il momento più importante per me, perché mi confronto col mio pubblico. La mia sfida dare ai fan qualcosa di personale ed autentico in cui possano identificarsi».

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