Wind, terzo operatore italiano nella telefonia mobile, potrebbe cambiare padrone. Secondo la stampa moscovita il gruppo russo Vimpelcom starebbe valutando di rilevare dal miliardario egiziano Naguib Sawiris il 100% Wind e il 51% di Orascom Telecom. Dal Cairo, quartier generale delle attività telefoniche del magnate, le indiscrezioni di trattative tra i rispettivi gruppi sono state smentite. Eppure i dettagli che emergono sembrano dettagliati e pertinenti. Vimpelcom, che capitalizza oltre 22 miliardi, avrebbe in programma di comprare il 100% di Wind e il 51% di Orascom in un'operazione valutata, escludendo i debiti circa 6 miliardi e mezzo di dollari da pagare in contanti ed azioni. Gli azionisti di rilievo dell'operatore russo, al 45% il colosso bancario moscovita Alfa Bank e al 36% la compagnia norvegese Telenor, verrebbero diluiti per far entrare Sawiris al 20-23% del capitale del nuovo maxi gruppo.
Da Londra gli analisti delle banche d'affari che seguono sia Orascom sia Vimpelcom sottolineano la plausibilità dell'operazione, soprattutto sul fronte finanziario. L'azienda russa, che opera nelle ex Repubbliche sovietiche fino all'Asia, non ha mai nascosto l'ambizione di fare shopping, forte di un solido bilancio. Il debito del gruppo è ben inferiore alle rivali (circa 1,2 volte l'ebitda contro il 2,7 di Telecom Italia) e consentirebbe senza problemi di assorbire gli 8 miliardi e mezzo di passivo della società italiana, più altri 1,7 miliardi che gravano in Orascom dalla greca Wind Hellas. In cambio riceverebbe una significativa spinta dimensionale e l'opportunità di diventare un player molto più globale. «In Italia Wind sta facendo bene con margini e flussi di cassa soddisfacenti» spiega il gestore della Jc Associati, Nicolò Nunziata che aggiunge: «I problemi di debito della capogruppo però sono noti e non sorprenderebbe nessuno venire a conoscenza di trattative di vendita». Gli aspetti meno convincenti dell'affare riguardano invece le potenziali sinergie. I mercati di riferimento non presentano sovrapposizioni significative (ad eccezione di Pakistan e Bangladesh dove è presente anche l'azionista Telenor) mentre certe aree necessitano di una ristrutturazione significativa. È il caso della Grecia dove Wind Hellas ha recentemente sospeso il pagamento dei propri bond per insolvenza e l'Algeria dove il braccio di ferro con le autorità politiche per questioni fiscali sono già costate sanzioni per 500 milioni.
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