Nella bara d’oro entra pure il cellulare

Attenzione, anche a voi cellulardipendenti, perché un giorno potreste ricevere lo squillo del «vampiro»! Credevate morto il nonno? Defunta la zia? Invece no, e domani potrebbe anche essere che riceviate una sua telefonatina dal camposanto. Magari anche un sms per i fanatici del messaggino veloce.
«Pronto, sono il nonno. Mi vieni a prendere? Sono passati tre giorni e sono stufo di stare al cimitero. Vorrei tornare casa, se permetti!». È La bara con telefonino, prezzo 280 mila euro, l’ultima sciccheria noir del Salone del Lusso che ritorna a Verona. Altro che profumi che costano 3 mila euro, oppure l’orologio che l’artista veneziano Francesco Basile ha donato al Presidente del Consiglio durante il G8 all’Aquila, con otto brillanti nel quadrante a rappresentare tutti gli Stati, oppure il «Libro d’Ore di Torriani», Franco Panini Editore, tutto in filigrana d’oro e d’argento. Quisquiglie! L’attesa superstar della fiera, in programma da domani fino a lunedì prossimo, è proprio lei, la bara con cellulare incorporato, che sventa ogni possibile equivoco di presunta morte apparente, uno dei timori più ancestrali dell’uomo.
Nonostante i progressi della medicina, anche la settimana scorsa si è registrato un caso. Un signore diagnosticato già in volo verso l’eternità, all’improvviso ha riaperto gli occhi, dicendo: «Miei cari, sono ancora qui». La non morte dei vampiri, che si risvegliano dalla sempiterna inumazione, è una «piccola» ossessione sepolta nella psiche umana, tanto che nel Medioevo si era già pensato di corredare le bare di campanella, nel caso il defunto si destasse in una strana oscurità, quella della sua tomba.
Prodotta da un’azienda americana e realizzata in litio, metallo che rende più facile la trasmissione delle onde, la bara vi assicura da ogni pericolo di sinistro risveglio. Il cellulare può trasmettere in cinquanta lingue diverse, nel caso non vi fidaste dei vostri più prossimi consanguinei, e contenere in memoria i numeri di telefono dei congiunti da avvisare, se vi toccasse la beffa di sentirvi strani, cioè solo leggermente morti, quasi vivi, insomma dei Lazzari richiamati da un arresto cerebrale che non vi aveva ancora definitivamente stesi. Nonostante le apparenze.
Automobili di sogno, barche con motori Ferrari, pianoforti tempestati di cristalli come quello visto a San Remo? Addio! Nel senso vero della parola, perché il timore di tornare precocemente a Dio non sarà più l’ossessione, descritta con angosciosa sagacia da Edgar Allan Poe, di noi mortali. Da domani la morte non girerà più con la falce ma con un cellulare, inumato per sicurezza dentro un sarcofago con pareti d’oro e maniglie di cristallo.
Ma chi se ne importa del favoloso biliardo in metalli superpreziosi che disegnano i quadri di Gustav Klimt! Meglio il vecchio, rosicchiato tavolo col tappeto verde, perché è più saggio investire la bella somma di quasi trecentomila euro nella «cassetta di sicurezza» più agognata della terra. E poi, nel caso non siate stati poi tanto amati da amici e parenti, e avete magari subito l’oltraggio di essere stati solo momentaneamente avvelenati o sparati o pugnalati, potrete anche prendervi la soddisfazione di risvegliare i cari che dormono tranquilli, sicuri della vostra dipartita, per dire al telefono nel cuore della notte: «Ora ritorno, perché sono vivo, e facciamo i conti!».

Così a conti fatti, invece del monolocale, assicuratevi il vero salvavita del futuro: un bel sepolcro che vi garantisca la resurrezione da quel de profundis che è meglio raggiungere il più tardi possibile, con buona pace di tutti!

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