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Nella Champions delle rivincite il Milan rivede l’incubo Istanbul

I rossoneri sorteggiati con i turchi del Fenerbahce, ritrovano anche il Psv Eindhoven che eliminarono in semifinale nell’ultima stagione. La Juventus, come un anno fa, parte affrontando il Bayern

Franco Ordine

È la coppa delle rivincite. E dei viaggi simbolici. Merito di Paolo Maldini, capitano del Milan e deputato alla scelta delle biglie nelle urne di Montecarlo, oltre che del destino. In questo caso sicuramente cinico ma non certo baro che orienta la prossima edizione della Champions league, in partenza il 13 settembre, con arrivo previsto a Parigi, la sera di mercoledì 17 maggio. La prima sublime rivincita è a disposizione del Chelsea, eliminato in semifinale dal Liverpool, poi campione, con un gol fantasma: i due club inglesi, uno al fianco dell’altro, si ritrovano gomito a gomito nello stesso girone, il gruppo G, arricchito dalla concorrenza dei belgi dell’Anderlecht e degli spagnoli del Real Betis. Possono qualificarsi insieme oppure giocarsi reciprocamente uno scherzo feroce. La seconda è alla portata del Bayern Monaco, capolista del girone A: come l’anno scorso, i tedeschi di Baviera si ritrovano al cospetto della Juventus, titolare dell’ultimo scudetto italiano, il 28º della real casa bianconera. Terza e ultima rivincita inseguita dagli olandesi del Psv Eindhoven, finiti nello stesso gruppo del Milan, testa di serie, dopo il noto e famoso precedente del passato aprile. Allora fu un colpo di testa di Ambrosini, a due passi dai supplementari, a castigare gli orange scatenati di Hiddink e a decretare il Milan finalista. Questa volta, i due team, possono uscire a braccetto dal girone E nel quale Schalke 04 e Fenerbahce, Turchia, sembrano destinati a scavare la differenza tra i due contendenti. Per il Milan c’è un viaggio nel doloroso passato da affrontare. Il ritorno a Istanbul dove si consumò la beffa del 25 maggio, dentro il catino dell’Ataturk stadium. Il Fenerbahce gioca da un’altra parte, per fortuna di Ancelotti. Per disarmare gli olandesi, i rossoneri possono attingere a una fonte preziosa: Vogel conosce alla perfezione schemi e sistemi di preparazione del Psv del quale fu protagonista fino a giugno scorso. È un altro Psv, naturalmente: Park è volato via in Inghilterra, Van Bommel si è trasferito a Barcellona e Vogel a Milanello.
Paolo Maldini, premiato per le sue presenze in coppa Campioni, 159 secondo la contabilità Uefa, è un gentiluomo. E all’Inter ha riservato un gironcino molto semplice: la seconda forza è il Porto (anche qui una rivincita degli ottavi dell’ultima edizione), uno stimolo in più per Figo, poi ci sono i Rangers di Glasgow e i debuttanti dell’Artmedia di Bratislava. Per l’Inter, naturalmente, resta il castigo inflitto dall’Uefa: deve scontare altri turni a porte chiuse, rischia altri due turni di squalifica in caso di nuovi episodi. Nessuna possibilità di revisione del giudizio nonostante l’appello di Giacinto Facchetti, ieri all’esecutivo europeo. «Venite a vedere una partita a porte chiuse per capire di cosa si tratta» il suo appello rivolto a Johansson, il presidente. Tremano i polsi all’Udinese di Cosmi: la sua prima volta in Champions league coincide con il Barcellona, il Panathinaikos (che vuol dire Malesani, l’allenatore emigrato in Grecia) e il Werder Brema. Girone di ferro, girone impossibile dicono e ripetono i più. «Lo stesso detto per lo Sporting Lisbona» rievoca il dg Leonardi, allettato dai 5 milioni di euro da incassare e che saranno impegnati nel premio da passare ai calciatori friulani.
Nel giorno in cui si rivedono le immagini di Istanbul, solo Kakà si ritaglia un piccolo sorriso. Al brasiliano viene assegnato il premio quale miglior centrocampista dell’ultima edizione di Champions. «Somiglia a Zico» dice Roberto Carlos. «No, somiglia al giovane Mazzola» insiste Facchetti. Il brasiliano incassa e comincia a pensare a Parigi.

Sperando che passare da Istanbul non significhi qualcosa di sinistro.

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