VicenzaBastava andare a fare un giro nella quarta B della scuola elementare Colombo, allinizio dellanno scolastico, per capire che Vicenza stava scivolando nellapartheid studentesca. Diciotto alunni su diciassette erano stranieri e, con tutta la buona volontà e la disponibilità di ragazzini e insegnanti, non è che il programma scolastico potesse essere sviluppato in maniera, come dire, normale. Pure in prima B le cose non sono cominciate benissimo: su un totale di 24 scolari, 14 provenivano da famiglie immigrate. La situazione del comprensivo scolastico del Villaggio del Sole, uno dei quartieri vicentini a più alta densità di residenti stranieri, è al limite anche per materne e medie: su 966 allievi, 258 sono stranieri.
È partito da qui il viaggio esplorativo del sindaco Achille Variati, reduce da una sorprendente (Vicenza è una delle roccheforti del centrodestra) vittoria alle elezioni amministrative sotto le insegne del Pd, e dalla sua assessora allIstruzione, Alessandra Moretti, per cercare delle soluzioni potabili a un fenomeno che col razzismo non centra un fico secco ma che induceva un numero sempre maggiore di genitori vicentini a spostare i propri figli verso scuole in cui si potesse, appunto, fare scuola.
Calcolatrice alla mano, Variati a Moretti hanno scoperto che al prossimo avvio danno scolastico sulle 49 classi prime delle 23 scuole elementari cittadine si iscriveranno 1.045 bambini. Dovessero spartirsi nella maniera più equilibrata possibile, gli extracomunitari rappresenterebbero circa il 21 per cento del totale. Che fare perché non si ripetano casi di concentrazione visti al Villaggio del sole, ma anche in una delle due prime della «Vittorino da Feltre», dove 23 bimbi su 31 sono figli di immigrati? Semplice, introdurre un tetto massimo del 35 per cento per ogni singola classe.
Questione di senso pratico, non di politica. Tanto è vero che anche la precedente amministrazione comunale, retta dal centrodestra, lallora assessore allIstruzione, Arrigo Abalti, aveva esaminato un percorso analogo, poi rimandato proprio a causa delle elezioni. A Vicenza lintegrazione degli immigrati è molto buona. Qui ci sono famiglie di tutte le nazionalità la cui vera preoccupazione è la dannata crisi economica, che sta spazzando via posti di lavoro indipendentemente dai passaporti. I ghetti creati in alcune scuole beriche rischiavano di mandare allaria i progressi fatti in questi anni di sviluppo e per questo era necessario intervenire con laccetta.
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