Ma che le avete fatto alla povera Emma? Per alcuni giorni ho seguito in modo distante, per ragioni personali, la vita surreale di questo strano paese. Leggendo da marziano le vicende di questi giorni ne ho tratto la seguente impressione. C’è una setta satanica in Italia, guidata da uno stregone indemoniato di Bergamo, denominata Il Giornale , che compie sacrifici umani per il suo dio Silvio, signore del cielo, della terra e del medesimo Giornale . La suddetta setta, che all’occorrenza può anche definirsi cosca criminale o squadraccia di mazzieri fascisti, semina terrore tra creature povere e indifese come la presidenza della Camera, la Confindustria, la Magistratura, la Conferenza episcopale e la Stampa italiana. E compie spedizioni punitive anche all’estero, da Montecarlo ai Caraibi, mandando i suoi sicari. Mamma comanda picciotto obbedisce. In questa associazione a delinquere il capo riconosciuto è appunto un signore all’apparenza britannico ma in sostanza barbarico, chiamato Vittorio Feltri, dotato di pericolosa pipa, felini feroci e cavalli da corsa. Al suo fianco c’è un inquietante figuro che l’altra sera incombeva in un maxi schermo, provvisto di grate, nel programma del bravo Telese. Si chiama Sallusti, e devo dire, si presta bene al ruolo di Nosferatu, gli piace spaventare le bambine, dalla tenera Marciagaglia come lui la chiama, alla tenerissima Concita dell’ Unità . Di sbieco a loro c’è poi un losco figuro che passa la vita a minacciare la gente per chiari fini estorsivi; il suo nome in codice è Porro. Quando chiama al telefono la gente rabbrividisce, c’è Porro,oddio c’è Porro. E infine c’è una banda di cani feroci, come Chiocci, Zurlo e altri, che inseguono, azzannano e portano la preda in brandelli al Padrone di Arcore che li premia con l’ossobuco. Questa è la rappresentazione che ho sentito in questi giorni o che ho letto in ritardo su alcuni giornali, d’avanzo dei giorni precedenti. Con gran fatica mi sono informato sui fatti veri, ho paragonato le fonti e sono giunto a queste conclusioni. In questa vicenda ci sono due cose che mi hanno disgustato. Primo, che si possano intercettare e rendere pubbliche conversazioni di persone che fino a prova contraria non risultano indagate e su cui non pendono accuse penalmente rivelanti. Magari poi riusciranno a trovare l’appiglio forzoso, magari c’è un’indagine in corso sulla Confindustria e non lo sappiamo. Ma è ben strano che prima si rendano pubbliche le intercettazioni e poi eventualmente si trovino le accuse. Intanto lo condanniamo allo sputtanamento...
La seconda cosa che mi indigna ma non mi sorprende è che il presidente della Confindustria sentendosi minacciata o comunque osteggiata non chieda conferma al direttointeressato e al suo direttore, che pure conosce ed incontra, o se preferisce, non invii una dura lettera al Giornale per stigmatizzare; ma telefoni a un importante azionista del Giornale, Confalonieri, e cerchi per vie padronali di indurre al silenzio il Giornale. Non ho nulla contro la Marcegaglia, ma questa procedura è brutta, denota coda di paglia e dovrebbe indignare i giornalisti tutti. E invece molti di loro accorrono scodinzolanti in difesa della padroncina e abbaiano contro i colleghi che fanno il loro stesso mestiere.
Questi sono i due risvolti di questa vicenda che mi hanno fatto indignare. Poi il resto è un rimestare nel nulla, un dossier che non c’era né era mai stato pensato, un’aggressione mediatica che non c’è mai stata. C’è poi l’infelice battuta di Nicola Porro, che poteva risparmiarsela; ma era una battuta, diamine, non ha alcun rilievo penale. E nessuno è così scemo da annunciare così un dossier all’interessato per farsi poi accusare di ricatti e mazzate virtuali. E Porro le cose che pensa sulla Confindustria e la sua leader le scrive, non ha bisogno di mandarle a dire dal portavoce.
Mi soffermo infine su due cose che trovo grottesche. Una è il movente. Ma davvero pensate che il miglior modo per convincere la Marcegaglia a tornare a sostenere il governo come faceva fino a poco tempo fa, sia quello di minacciarla con i fascicoli in forma di manganelli? Non pensate che la prima reazione sia di segno contrario, sapendo che avrebbe, come ha avuto, il plauso di stampa, Palazzi e magistrati, e magari anche una bella copertura assicurativa per ripararsi da eventuali inchieste giudiziarie? Credete davvero che Berlusconi per reagire alle critiche di Emma debba mandare un sicario ad avvertirla che se non la smette gli sparano un dossier, quando ha un filo diretto con lei e pure un gran feeling? Fate un torto all’intelligenza vostra, dei vostri nemici e della gente che vi ascolta se solo pensate questa ridicola cosa.
Infine arrivo ad un altro Feticcio Imbecille assai in voga. Il dossieraggio. Ma che czz vuol dire, per esprimersi in codice fiscale? Un’inchiesta su Berlusconi o Scajola, Andreotti o Maroni non è dossieraggio e una su Fini o la Marcegaglia sì? Se un giornale apposta i suoi segugi per sorprendere Berlusca con donne e poteri, se organizza campagne e tormentoni mediatici al chiaro scopo di farlo dimettere, è giornalismo d’inchiesta; se le stesse cose le fa il Giornale con lo stesso intento di fardimettere il presidente della Camera, quello è dossieraggio, parola subliminale che evoca il killeraggio. E la gente dovrebbe indignarsi per le stesse cose che fino a ieri doveva applaudire? Ma per chi ci avete presi?
Per favore, picciotti, preparate un dossieraggio sull’imbecillità militante e in malafede della stampa nostrana.
E assumete nella setta il mostro di Avetrana per trattare con la Marcegaglia e la Di Gregorio. (Signor magistrato, è un paradosso per corrispondere al cliché della setta; non vorrei domani trovarmi indagato).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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