Il neo-direttore: «Sarà una casa per tutti i romani»

Da giovane non si perdeva un film della «nuovelle vague» di casa nostra. Ai cineclub parigini arrivava sempre puntuale per le proiezioni dei capolavori di Visconti, di Fellini, di De Sica e di Pier Paolo Pasolini. Adesso, che è divenuto nel suo paese un «nome» nell’ambiente cinematografico (in qualità di critico, regista e studioso della settima arte), Frédéric Mitterrand è stato nominato direttore dell’Accademia di Francia.
Per il nipote dell’ex inquilino dell’Eliseo, si è trattato non soltanto di un gradito riconoscimento del lavoro di cineasta e di uomo di cultura, ma anche del coronamento di un sogno. Vivere e lavorare nella Città Eterna. La città che ha dato i natali a «quel» cinema tanto amato da Mitterrand.
Tanto amato che una delle sue prime decisioni, da direttore dell’Accademia di Francia è di consegnare una medaglia d’oro Caterina Boratto, musa di Bonnard, De Sica, Fellini e Pasolini. «Ormai è molto anziana - spiega Mitterrand - e non esce più di casa. Andremo noi a portarle la medaglia e con questo piccolo gesto cercheremo di riportare l’attenzione di tutti sul suo nome e sul suo lavoro».
Da incallito cinefilo, Mitterrand ha già deciso che altre onorificenze verranno consegnate nei prossimi mesi. «Stefania Sandrelli e Francesco Rosi - ricorda il direttore dell’Accademia - saranno tra i primi ad essere premiati».
Durante un incontro con la stampa, Mitterrand ha voluto illustrare le linee guida della sua direzione per i prossimi tre anni. Grandi esposizioni, rassegne cinematografiche, concerti, la riapertura dei giardini, delle sale, l’esposizione delle collezioni di stampe di Piranesi e degli arazzi: Villa Medici, sotto la direzione di Mitterrand, mette in mostra se stessa e i propri tesori con programmi trimestrali fitti di eventi.
Per il neo-direttore le parole d’ordine sono «aprire al pubblico e ritrovare un equilibrio tra passato e arte contemporanea, trasformando la splendida dimora storica in un «luogo sempre più accogliente e stimolante». Già oggi, la visita ai giardini è possibile tre volte a settimana e dopo marzo tutti i giorni, mentre in estate l’apertura sarà completa .
Le attività espositive avranno, fin da ora, un’amplificazione accostando sempre l’evento principale nelle gallerie a una rassegna nell’atelier di Balthus, distinta ma complementare. Si comincia il 28 gennaio con la mostra di Bernard Lavier, tra gli artisti francesi contemporanei più significativi, di cui saranno allestite alle Gallerie una quarantina di opere.

Intanto dal primo febbraio l’atelier Balthus ospiterà Richard Avedon: Theo 1945-50, con scatti inediti del celebre fotografo che testimoniano l’amicizia con la sua musa, la modella americana Ann Theofane Graham.
Per quanto riguardo il cinema, spazio alla Nouvelle Vague (che quest’anno compie il mezzo secolo). È già in corso la prima retrospettiva dedicata a Jean Eustache.

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