Roma

Neonato rischia di annegare nel bagnetto

Le condizioni sono gravi ma non disperate

Stefano Vladovich

Neonato rischia di annegare in 20 centimetri d’acqua, salvo per miracolo. Qualche istante ancora e per il piccolo Andrea (chiamiamolo così), tre mesi e 15 giorni di vita, non ci sarebbe stato nulla da fare. Soccorso dai genitori e dai sanitari del 118, il bimbo è stato trasportato in eliambulanza al San Camillo e ricoverato nel reparto di rianimazione. Secondo i medici le sue condizioni restano gravi anche se non sono disperate.
Un altro drammatico incidente domestico avvenuto ieri a Ostia. Protagonista una giovane famiglia di armeni da tempo in Italia. La mamma, trentenne, prepara la vasca per il bagnetto del bimbo e la lascia sul terrazzo, all’ultimo piano di un elegante condominio di via Carlo del Greco. Il marito è in un’altra stanza. Accade tutto in una manciata di secondi, alle 13,30, quando la donna si allontana. Doveva correre alla toilette, racconterà agli agenti del XIII commissariato e agli uomini della sezione omicidi della Squadra mobile romana. Al suo rientro Andrea è riverso nella tinozza di fianco, testa sott’acqua e bocca aperta. Immediato l’allarme. I sanitari tentano l’impossibile per rianimare il bimbo. «La situazione era grave - spiegano - quindi abbiamo richiesto il trasferimento in una struttura specializzata». L’elicottero atterra nel cortile della Guardia di Finanza e decolla nuovamente alla volta della capitale. I genitori vengono interrogati a lungo dagli inquirenti per ricostruire le modalità dell'accaduto. «Abbiamo effettuato i rilievi del caso con uomini e mezzi della scientifica - spiega il vicequestore di Ostia Rosario Vitarelli - e non sono emersi elementi in grado di pensare ad altro che a un incidente. Valuterà il magistrato se denunciare la madre per incauta custodia».
Una storia finita fortunatamente bene quella di Andrea ma che ricorda una vicenda accaduta anni fa a Ostia. Era l’8 marzo del ’91 quando Apollonia Angiulli, 39 anni, insegnante di educazione fisica, uccide il figlio Pierpaolo Lannutti, 7 mesi di vita, annegandolo nella vasca da bagno. Rientrando a casa il marito trova la donna mentre riveste il bambino, bagnato e privo di sensi.

Pierpaolo morirà poco dopo in ospedale mentre la donna tenta il suicidio ingerendo barbiturici.

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