Nessuna decisione, per ora rimane in carcere la madre di Alessandro

Non è ancora arrivata la decisione del giudice per le indagini preliminari Vincenzo Papillo sull’eventuale scarcerazione di Katerina Mathas, di 26 anni, detenuta con l’accusa di omicidio volontario in concorso con Giovanni Antonio Rasero, di 29, per la morte del piccolo Alessandro, il figlio di otto mesi seviziato e ucciso in un raptus di follia sotto gli effetti della cocaina nel lussuoso residence di Nervi. Mercoledì il sostituto procuratore Marco Airoldi, titolare dell’inchiesta, aveva chiesto la revoca della misura cautelare per la giovane madre, perché «non sussistono più i gravi indizi di colpevolezza a carico della donna». Analoga richiesta era stata presentata dai legali di Mathas, gli avvocati Palo Costa e Igor Dante e il gip si era preso cinque giorni di tempo (fino a martedì) per decidere. Ieri mattina gli avvocati Costa e Dante sono tornati nel carcere di Pontedecimo a trovare la donna. «È tranquilla - afferma Costa - ma continua a chiedere di potere vedere il figlio». Intanto il pm Airoldi ha respinto l’istanza dei legali di Rasero, gli avvocati Romano Raimondo e Giuseppe Nadalini, con la quale chiedevano di sottoporre il loro assistito al calco dentario.

L’esame era stato chiesto dal pm nei giorni scorsi per un confronto con l’impronta del morso lasciata sul piedino del bimbo (dove erano già state trovate tracce di Dna dell’uomo), ma in un primo momento Rasero si era rifiutato. Secondo quanto spiega Nadalini, per il pm il calco non sarebbe più un esame necessario.

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