Roma

Nessuna lite, ma un gesto premeditato: polacco «giustiziato» dal romeno geloso

Un gesto premeditato - forse covato da tempo - da parte di Cosmin Sava, l’operaio romeno di 23 anni che martedì sera poco dopo le 19 ha ucciso Mariusz Szydlowski, polacco di 38 anni in un appartamento di via Augusto Mammuccari 25, al Tiburtino III. I carabinieri della compagnia Montesacro confermano che quanto avvenuto è un caso di omicidio-suicidio, probabilmente a sfondo omosessuale.
Durante la notte la polizia scientifica ha proseguito il lavoro all’interno del piccolo appartamento che si trova a ridosso della Palmiro Togliatti. Ma a differenza di quanto emerso in un primo momento gli inquirenti affermano che tra i due non ci sarebbe stata una lite ma il giovane romeno avrebbe sparato alla nuca di Szydlowski mentre si trovava sdraiato sul letto matrimoniale che condivideva con il romeno. Il polacco era girato di spalle a fumare e a vedere la televisione. Dopo questa esecuzione, messa in atto con una pistola rubata il giorno prima a una guardia giurata, Sava si sarenne sdraiato accanto al corpo dell’amico e infine si è sparato un colpo in bocca. I carabinieri hanno ascoltato a lungo il compagno di appartamento che martedì sera rientrando a casa aveva fatto la tragica scoperta: come detto, al momento la pista passionale, molto probabilmente di natura gay è di gran lunga la più accreditata.
L’omicidio-suicidio ha un’appendice.

Almeno secondo quanto ha riferito la madre del giovane romeno agli inquirenti, anche il padre sarebbe deceduto togliendosi la vita dopo aver appreso la notizia della morte del figlio.

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