Nesta: «Uno schifo, due anni da cancellare»

«Non voglio quegli scudetti, meglio dimenticare». «I tifosi sono stati traditi». «Alla lunga si era capito che gli errori andavano tutti in una direzione»

Nesta: «Uno schifo, due anni da cancellare»

nostro inviato a Firenze
«Tutto quel sistema mi fa schifo», firmato Alessandro Nesta. Gli azzurri sono qui per preparare il mondiale in Germania, ma le brutte cose di casa nostra è impossibile ignorarle. È lo stesso difensore a portarle in conferenza per precisare che «non sono assistito dalla Gea da tre anni e mezzo. Lì ho ancora degli amici e non vorrei passare per quello che li vuole affossare ma siccome quando pubblicano due o tre foto di loro giocatori la mia c’è sempre, è giusto lo si sappia. Voglio sia fatta piazza pulita, ma fare di ogni erba un fascio ed è sbagliato. Ho un agente? No, ci pensa mio fratello».
Il suo stato d’animo?
«Amareggiato, e molto. Tutti, pure voi giornalisti, ci facevamo delle idee davanti a certi episodi, ma la realtà va ben oltre».
Una sua speranza?
«Che chi ha sbagliato paghi».
Gli ultimi due scudetti vanno dati al Milan?
«Io di sicuro non li festeggerei, che senso avrebbe? Meglio rimuovere questi due anni».
Si sente tradito?
«Non saprei. Sono stati traditi i tifosi che pagano il biglietto pensando di assistere a uno sport pulito che pulito non era».
Cosa pensava in campo davanti a certi episodi?
«Gli errori arbitrali ci saranno sempre, si tratta di capire se sono dovuti a sviste o a precisa malafede. Se ripenso a Juve-Parma del ’99 e al gol annullato a Cannavaro (da De Santis, ndr), è chiaro che il dubbio ti viene».
La partita che l’ha fatta insospettire di più?
«Juve-Milan della passata stagione (arbitro Bertini, ndr). Tra grandi squadre la differenza la fanno i singoli episodi».
E sospetti sulla Gea, con tutti quei figli di padri famosi?
«Se ebbero il permesso di aprirla e di operare voleva dire che era in regola, poi... dopo...».
Ecco, possibile che voi calciatori non vi siate accorti di nulla?
«Be’, alla lunga si era capito che gli errori andavano tutti in una direzione, ma più di tanto non si poteva parlare».
Però avete lasciato tutti in mano a certi dirigenti.
«Facile a dirsi ma quando sei un ragazzo agli inizi, non hai la capacità e la competenza per fare il dirigente. Questo casino è iniziato quando avevo 22-24 anni e allora pensavo solo a giocare».
Invece si è ritrovato a rispondere ai giudici, Blasi è tirato in causa. Sempre tranquillo?
«Sì, se mi richiameranno sono pronto. I calciatori in questa vicenda sono la parte pulita».
E gli arbitri? Come pensa reagirà quando e li troverà davanti?
«Bella domanda, chi ha sbagliato tra loro è giusto che paghi. Ad esempio, io in campo con De Santis ho sempre avuto un ottimo rapporto, ci parlavamo ma se è colpevole è giusto che paghi».
E con quelli dei mondiali?
«Ci attendiamo la massima correttezza».
Come si resta sereni in un clima simile?
«Se sai di essere pulito sei tranquillo, ad esempio nessuno pensava che Lippi non avrebbe continuato come ct. Certo che speriamo finisca tutto prima possibile».
Come vede gli juventini?
«Sereni come noi anche se è impossibile entrare nelle loro teste».
Juve retrocessa...
«Mi dispiacerebbe e sarebbe forse meglio che i processi sportivi fossero celebrati dopo il mondiale».
C’è chi sostiene che dalle intercettazione non emergono illeciti netti...
«Non sono d’accordo, basta poco per condizionare un risultato».
Nell’opinione pubblica la Juve incarna i cattivi e il Milan i buoni.
«Questo emerge dalle registrazioni».
Il mondo del calcio deve chiedere scusa?
«Deve chiederlo chi ha sbagliato, non tiriamo in ballo tutti».
La maglia azzurra ora è più pesante?
«Abbiamo più responsabilità, sentiamo il compito di salvare l’immagine del calcio italiano dispuntando un bel mondiale».
Come si può fare perché la gente torni ad avere fiducia nel pallone?
«Succederà se verrà fatta vera giustizia, altrimenti non si riavvicinerà più».
Borrelli nuovo capo ufficio indagini della Federcalcio...
«Non lo conosco, non posso giudicare. Mi preme solo sia fatta giustizia».


Deve preoccupare un Totti così magro?
«Totti è magro, è sereno e nutre certezze sulla tenuta della caviglia. L’ha già testata».
Perché dopo aver fallito in Giappone e in Portogallo, ora siete così fiduciosi?
«Perché c’è una grande gruppo compatto, e per molti questa è l’ultima occasione per vincere».

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