Nicola Porro acquisisce (in società) la Liberilibri

Nicola Porro acquisisce (in società) la Liberilibri

Se c'è una casa editrice italiana che negli ultimi anni ha favorito la diffusione del pensiero liberale è la piccola, ma combattiva e curatissima nelle sue edizioni, Liberilibri.

Liberilibri è nata nel 1986 su iniziativa di Aldo Canovari, imprenditore nel settore energetico e grande liberale. Avvertendo una cultura egemonizzata dalla sinistra, Canovari avviò un'impresa da mecenate per portare in Italia classici, del pensiero libertario, fino ad allora mai tradotti in italiano a partire dal Discorso sul libero pensiero di Anthony Collins. In più di trent'anni di attività, ha dato vita ad un corposo e prezioso catalogo di oltre 300 volumi. Tra i suoi principali autori si annoverano: Ayn Rand, Étienne de La Boétie, Voltaire, Edmund Burke, Carl Menger e Murray Rothbard. E anche grandi liberali italiani come Bruno Leoni, Antonio Martino, Francesco Cossiga, Carlo Nordio. La mission della casa editrice resta la stessa anche ora che, dopo la morte Canovari, è stata acquisita da un gruppo di amici della Liberilibri, tra i quali il vicedirettore de Il Giornale e giornalista televisivo Nicola Porro. In questo nuovo contesto l'amministratore e direttore editoriale della casa editrice rimane Michele Silenzi che ricopre questo ruolo da 5 anni. Il nuovo presidente del cda è Luigi Scarfiotti. La novità è che Liberilibri invita i suoi lettori ad aderire a un nuovo progetto editoriale giocando la carta dell'abbonamento. Per chi lo sottoscrive dieci novità all'anno spedite direttamente a casa e il 30% di sconto sull'intero catalogo. Insomma un ingresso privilegiato alla cultura della libertà a chi si attiva per sostenerla.

Come spiega Nicola Porro: «Si tratta sia di un classico abbonamento sia di un modo per sostenere con un'azione di mercato una casa editrice che ha fatto della battaglia per il libero pensiero e per la libera azione degli individui la propria cifra distintiva. Una battaglia che richiede mezzi maggiori per essere proseguita e ampliata ma che richiede soprattutto il coraggio e la curiosità di servirsi della propria intelligenza contro il conformismo dilagante. Un conformismo che ha i tratti di un totalitarismo bonario».

E aggiunge a Il Giornale: «Vediamo delinearsi l'inquietante ombra di un'ideologia unica che mina la libertà di

parlare e, quindi, di pensare. L'ultimo baluardo sono i libri. Per questo quando Aldo Canovari, già molto malato mi ha chiesto di entrare nella casa editrice l'ho fatto. L'idea è di creare una community attorno a queste idee».

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