NapoliLa monnezza di Napoli ha fatto ancora una volta arrabbiare lUnione europea. Una lettera di messa in mora allItalia è già pronta per essere spedita da Bruxelles dal commissario europeo all'Ambiente, Janez Potocnik. Troppi avvertimenti alla città governata prima, per dieci anni, da Rosetta Iervolino e, adesso, da quattro mesi da Luigi De Magistris.
Sulla lettera, che rappresenta lavvio di una nuova procedura dinfrazione al Trattato Ue, si pronuncerà domani il collegio dei commissari europei. Salvo ripensamenti, in extremis, lItalia avrà due mesi di tempo per reagire. Ma, nel caso in cui non dovessero arrivare risposte sufficienti alle richieste avanzate dalla Commissione europea, scatterà la messa in stato di accusa alla Corte di Giustizia dellUe e successivamente lapplicazione delle sanzioni pecuniarie.
Oltre un anno e mezzo fa, il 4 marzo dello scorso anno, la Corte Ue aveva già condannato lItalia per «non avere adottato tutte le misure necessarie per smaltire i rifiuti a Napoli». I giudici europei, al pari di Bruxelles, ritenevano che «quella situazione rappresentasse un pericolo per la salute umana e lambiente». Nel caso in cui la Corte di giustizia dovesse infliggere una nuova condanna al nostro Paese, la fattura da pagare sarebbe molto pesante.
La lettera del Commissario Potocnik ha cancellato dun colpo la leggenda che Napoli fosse ritornata pulita con la nuova amministrazione De Magistris. Lex pm fino a 3 settimane fa si vantava che «dal primo agosto non ci sono più rifiuti per le strade di Napoli, anche se siamo senza soldi e la camorra ci ostacola». Invece, la monnezza a Napoli non ha mai smesso di esserci. A meno che si volesse non considerare napoletani i cittadini di Scampia e Marianella, Chiaiano e Miano. «Fine del bluff. Il sindaco De Magistris e il suo vice Sodano anziché mettersi a lavorare per ripulire Napoli hanno raccontato lontano dalla città una cosa diversa dalla realtà» dice il Presidente della Ottava Municipalità di Scampia, Angelo Pisani.
Da qualche giorno lemergenza si è allargata ad altri quartieri, anche a quelli cosiddetti «nobili». Sono tornati pure i roghi, due notti fa, tredici, di cui nove in città e quattro in provincia (dove il Comune di Napoli ovviamente non ha responsabilità). Una brutta spia, segno che dopo una breve tregua il fenomeno potrebbe essere destinato a coinvolgere nuovamente tutta la città.
Il vice sindaco Tommaso Sodano si è scagliato contro il presidente della Campania, Stefano Caldoro. «Non sono stupito, in quanto il piano presentato dalla Regione Campania, prevede un eccesso di inceneritori, in contrasto con le direttive Ue».
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