Cronaca locale

«Niente movida, meglio una trattoria»

«Premetto che non sono una persona mondana». Esordisce così Giorgia Surina, ex vj di Mtv, dall’11 settembre conduttrice di un nuovo programma su Radio 101 «Raccolta differenziata».
L’allergia alla movida è arrivata dopo la popolarità?
«No. Ho sempre preferito andare in locali tranquilli o ristorantini tipici. Non ho mai avuto una grossa compagnia con cui muovermi per Milano tra i locali di tendenza. Mi piace uscire con pochi amici, andare in posti dove si riesca a parlare indisturbati, ma anche organizzare delle cene in casa. Non mi piacciono le discoteche, i luoghi con la musica troppo alta. Sono confusi e spersonalizzanti. Ho come la sensazione di essere una formichina in una grande città».
C’è qualche posto a cui sei particolarmente affezionata?
«Ci sono alcune trattorie che frequento da un po’. Ad esempio Alla vecchia latteria, vicino a via Torino. Mi piace perché è molto semplice, con i tavoli di legno e la tavola apparecchiata con l’essenziale. E poi qui ritrovo la vera milanesità, quell’accoglienza che inizialmente sembra un po’ fredda, ma poi si scioglie in un fiume di parole e racconti. E ti fa sentire a casa».
Allora forse è inutile chiederti quali sono le nuove tendenze del divertimento...
«Penso che tra i giovani sia una tendenza sempre più diffusa quella di ricercare questo tipo di atmosfera accogliente. E non è detto che a volte non possa essere conciliata con le nuove tendenze. Un esempio è la storica pescheria di Brera, Da Claudio, che ha saputo unire la tradizione con la nuova moda del sushi e dell’aperitivo in piedi, rigorosamente con vino bianco».
Davvero non metti mai il naso in locali di tendenza?
«Faccio qualche eccezione per l’Arco della Pace, soprattutto d’estate quando si ha la possibilità di sedersi all’aperto e si ha la sensazione di stare in una piazza romana. Ma in generale non li frequento. Non è per snobismo, è che mi sento goffa. Recentemente, ad esempio, mi hanno portato in un Ice bar, ero tutta imbacuccata, faceva un freddo.

Dopo cinque minuti sono scappata».

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