Roma

La «night after» della movida tra birre, canne e soliti eccessi

Il bivacco sulle scale di piazza Trilussa è quello solito. I ragazzi, birra alla mano, rigorosamente in bottiglia, alla faccia del divieto, si bevono un’altra notte di fine agosto, indifferenti, se non ignari, al polverone sollevato due giorni fa dal video delle «notti brave» trasteverine girato dal coordinatore regionale azzurro Francesco Giro in vicolo del Bologna, tra droga ed eccessi. Nella prima notte dopo la denuncia non sembra cambiato molto. In via del Politeama, per esempio. È l’una e mezza, e due ragazzi in t-shirt nera risolvono il problema della scomparsa dei vespasiani affiancandosi a un muro e «annaffiando» le serrande di un negozio, senza nemmeno interrompere la conversazione. Dall’altra parte della strada, qualcuno li imita sotto un’insegna quantomai appropriata: «Idraulica». I bar stanno quasi per chiudere i battenti, accanto alle casse e dietro ai banconi c’è, immancabile, il cartello che ricorda come sia proibito da un’ordinanza prefettizia vendere bottiglie in vetro da asporto tra le 20 e le 2 di notte. Eppure in strada c’è più vetro che in un laboratorio di Murano. Cocaina, almeno passeggiando, non se ne vede, però Trastevere sembra Amsterdam, anche se in mancanza di coffee shop qui marijuana e hashish si fumano tranquillamente all’aperto. All’inizio di via del Moro due ragazzi seduti sulla soglia di un portone sciolgono un bel tocco di «fumo» in pieno relax, e tutta l’area è praticamente una zona franca. Via della Pelliccia, invece, è deserta. Non c’è un cane, ma c’è un topo grosso quanto un chihuahua che passeggia indisturbato tra i sacchi della spazzatura. In piazza Sant’Egidio spuntano i paparazzi, ma non sono a caccia di follie notturne, c’è Raoul Bova al tavolino di un bar. Ecco vicolo del Bologna. Nella piazzetta, alla fine della strada, ci sono una cinquantina di ragazzi, solite bottiglie in mano, solite canne. Ma stasera non sono troppo rumorosi, e non ci sono risse, anche se le tracce di vomito accanto agli ingressi di due palazzi giustificano l’insofferenza dei residenti. Su tutti i portoni, infatti, c’è un volantino firmato «il comitato del Vicolo» che invita, con tanto di «numeri utili» di polizia, vigili e carabinieri, a «telefonare, protestare, fare esposti al comune di Roma, alle forze dell’ordine e al I municipio». Ma Fabio, birra alla mano, legge perplesso l’invito alla denuncia. «Vengo qui quasi ogni sera, qualcuno esagera, è vero.

Ma è un quartiere che vive di vita notturna, che male c’è?».

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