No a Cissokho, ma forse non del tutto

L’affare migliore è quello concluso la seconda volta. Il suggerimento del saggio è diventato il copione approntato da Adriano Galliani per gestire lo spinoso caso di Aly Cissokho, 21 anni, francese di origine senegalese, da gennaio 2009 titolare del Porto nel ruolo di difensore sinistro, acquistato alla modica cifra di 300 mila euro a rivenduto a uno strepitoso prezzo, 15 milioni. Il Milan ha di fatto congelato il contratto, il Porto ha replicato con una nota ufficiale definendo «annullato il trasferimento». Tutto da rifare per il Milan? No, meglio lasciar lavorare la diplomazia e in particolare l’agente del calciatore che nei prossimi giorni devono ricucire lo «strappo» e provare a ricomporre l’intesa tra i due club. Per capirsi allora Cissokho resta ancora l’obiettivo numero uno del Milan ma a condizioni diverse: i suoi deficit fisici (problemi al pube più respiratori), risolvibili secondo il pronostico dei medici italiani, non consigliano d’investire subito una somma così ingente, 15 milioni di euro, senza avere la sicurezza di poterlo utilizzare fin dal primo giorno di lavoro.
Il vicepresidente del Milan ha messo le carte in tavola, ieri mattina dopo aver chiuso, per il momento, il negoziato con i portoghesi. Ecco la sua ricostruzione: «Io ho fatto una proposta al Porto: non più acquisto diretto ma prestito oneroso con diritto di riscatto. Noi lo curiamo, lo gestiamo e se va a posto, poichè ci interessa molto, lo acquistiamo tra un anno, altrimenti no. Il Porto ha accettato il concetto ma non l’entità del prestito, il totale è sempre la stessa cifra». Cifre alla mano, la proposta del Milan è stata questa: 3 milioni per il prestito oneroso, 12 milioni per il riscatto. Alla fine, dovesse risultare abile, Cissokho costerebbe sempre 15 milioni, il Porto farebbe comunque l’affare, il Milan si metterebbe al riparo dai rischi «testando» Cissokho per un anno. I portoghesi han provato a forzare la mano, reclamando 7-8 milioni per il prestito e il resto a fine 2010, una specie di pagamento biennale. «Se insistete su questo punto, ne cercherò un altro di terzino» ha minacciato Galliani al telefono. Non gli mancano, sul tavolo, segnalazioni e curriculum, tra questi anche quello di Ebouè, dell’Arsenal, a fine contratto e perciò 26 anni, difensore della Costa d’Avorio.
Non è la prima volta, e non sarà nemmeno l’ultima che il Milan e Adriano Galliani si fidino ciecamente delle indicazioni del coordinatore dello staff sanitario JP Meersseman: accadde dopo il controllo effettuato su Poulsen, segretamente invitato a Milanello, all’epoca liberatosi dal Werder Brema a costo zero. Non fu più arruolato non tanto per le proteste di qualche esponente dello spogliatoio (Gattuso, in particolare, si espose) ma per il pronostico di Meersseman sui rischi di infortunio. Il famoso chiropratico belga è stato ascoltato a volte come una sorta di oracolo quando si trattò di controllare da vicino Gallas (all’epoca difensore dell’Arsenal), a volte ignorato quando preannunciò problemi a Nesta. C’è chi sostiene che a dare una spintarella alla cessione di Kakà abbiano contribuito anche taluni pronostici di Milan-lab sui recenti acciacchi fisici traditi dal brasiliano.
Alle nuvole su Cissokho han fatto seguito un paio di schiarite. Una sul conto di Ambrosini, protagonista di un rinnovo contrattuale non proprio facile facile. «Stiamo discutendo con calma e troveremo una soluzione» la frase di Galliani che ha un retroscena.

Ambrosini reclama un contratto economico pari a quello strappato l’anno scorso da Flamini (4,5 milioni netti l’anno). Altra schiarita nelle parole dettate da Andrea Pirlo al sito rossonero. «Quelle parole non sono mie» ha detto. E il castello di carta preparato dal giornale britannico è miseramente crollato.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica