Istanbul - Orhan Pamuk ha lasciato la Turchia. O per dirla come il quotidiano Sabah, che ne ha dato notizia solo questa mattina, "è scappato". Le motivazioni che hanno portato il premio Nobel a prendere queste decisione sono evidentemente legate alla sicurezza e al clima di grande tensione che si è venuto a creare nel Paese dopo l'assassinio del giornalista armeno Hrant Dink.
In un articolo comparso sull'homepage del noto quotidiano turco, firmato da Fatih Altayli, si dà notizia della partenza dello scrittore. Stando a quanto scrive Sabah, Orhan Pamuk prima di partire ha prelevato 400mila dollari dalla sua banca, manifestando l'intenzione di non tornare più in Turchia per un pò di tempo. Il premio Nobel è decollato dall'areoporto Ataturk di Istanbul ieri mattina alla volta degli Stati Uniti, dove in passato ha già soggiornato. Il quotidiano Sabah aggiunge di non aver voluto dare in anteprima la notizia della partenza dello scrittore per rispetto della sua persona e per evitare pericolose contestazioni all'areoporto.
Orhan Pamuk ultimamente viaggiava sotto scorta e
negli ultimi tempi era stato minacciato di morte da Yasin Hayal,
complice di Ogun Samast nell'assassinio di Dink, che entrando in
tribunale qualche giorno fa gli aveva urlato: "Pamuk stai
attento, stai molto attento".
Il breve articolo di Altayli finisce con un interrogativo:
quanto questa scelta peserà sula Turchia. Solo tre giorni fa, il
premio Nobel era tornato al centro delle cronache per aver
annullato all'ultimo momento un viaggio in Germania, senza
fornire ulteriori spiegazioni. Adesso si chiarisce il motivo.
L'anno scorso, prima di essere insignito del premio Nobel, lo
scrittore è stato al centro di una dolorosa e complessa vicenda
giudiziaria, che si è conclusa con l'archiviazione del caso da
parte del ministro della Giustizia Cemil Cicek, anche dietro alle
grandi pressioni dell'Europa. Pamuk era andato negli Stati Uniti
anche in quell'occasione. Era rimasto alcuni mesi.
Lo scrittore era stato trascinato in tribunale dall'avvocato
Kemal Kerincsiz, stesso accusatore di Elif Shafak e Hrant Dink,
per aver infranto il celebre quanto contestato articolo 301 del
nuovo codice penale, che offende l'offesa all'identità turca. La
sua colpa era una dichiarazione a un settimanale svizzero sul
genocidio armeno del 1915.
La galassia de lupi grigi I rischi per lo scrittore Orban Pamuk e per tutti gli intellettuali che
rifiutano di chiudere gli occhi di fronte alla sorte riservata a curdi e armeni in Turchia è
rappresentata dalle minacce di una miriade confusa di gruppi estremisti, dediti anche al terrorismo, alcuni
più orientati verso il nazionalismo, altri verso l'islam fondamentalista.
Tutti per lo più fanno riferimento al termine di "lupi grigi".
Ci sono in primo luogo i "focolari idealisti" (ulku ocaklari) legati al Partito di azione
nazionalista (Mhp) che può ritenersi la casa madre di tutte le formazioni nazionaliste turche.
Gli attuali dirigenti dell'Mhp da anni si sforzano di riportare nella legalità il movimento affiliato degli "ulkucu" (idealisti), esponendosi però così ad accuse
di moderatismo e a varie scissioni.
Gli Ulkucu si fanno chiamare "lupi grigi" per richiamarsi al mitico lupo che guidò le prime
tribù turche fuori della steppa siberiana dirigendole verso le coste del mediterraneo. La loro
ideologia si basa anche sull' antica idea del popolo turco come popolo di guerrieri destinato
a dominare altri popoli.
Alla stessa mitologia del lupo grigio e del popolo dominatore si richiamano anche i "focolari di Alperen", l' organizzazione giovanile del Partito della Grande Unione, fondato da Muhsin Yazicioglu, che ha scontato una condanna a 7
anni e mezzo nel processo intentato dai militari, dopo il golpe del 1980.
I "focolari di Alperen" sono tornati alla ribalta con l'assassinio il 19
gennaio del giornalista Hrant Dink, considerato un traditore nell'ottica del nazionalismo turco.
Da questo gruppo nacque alla fine degli anni '70 la "Brigata della vendetta turca" attiva nella
guerra tra gruppuscoli giovanili degli anni '70 ed anch'esso fu sciolto dai militari nel 1980.
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