Milano

Il "Nobel" della ricerca per le cellule anti tumori

Premiati June e Rosenberg, pionieri dell'immunoterapia Creeranno in Lombardia un network di centri specialistici

Il "Nobel" della ricerca per le cellule anti tumori

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«Mi fa molto piacere essere qui oggi, premiato dalla Regione Lombardia, perché questo premio segna un'alleanza tra Milano e la Pennsylvania University dove lavoro e dove ci prodighiamo affinché vengano sviluppate nuove terapie contro il cancro». Sono le parole di Carl H. June, pioniere dell'immunoterapia anticancro, vincitore con il collega Steven A. Rosenberg del premio internazionale «Lombardia è ricerca» 2023, il Nobel regionale del valore di 1 milione di euro, che per il 70 per cento verrà reinvestito per attività di studio e analisi sul territorio lombardo. In pratica June ha deciso di realizzare una collaborazione continuativa tra il polo di eccellenza che ha creato a Philadelphia e un network di organismi di ricerca pubblici e privati che in Lombardia stanno investendo sul tema delle cellule CAR-T. La rete è promossa dagli IRCCS pubblici Istituto Nazionale dei Tumori, San Gerardo e Policlinico San Matteo. Questa rete rappresenta il nucleo attorno a cui costruire un vero e proprio network lombardo che potrà includere anche gli altri centri che propongono ai propri pazienti terapie avanzate.

«Abbiamo iniziato la nostra attività cercando di trovare delle terapie per le varie leucemie, quindi i tumori del sangue - ha spiegato June -. Il primo paziente è stato sottoposto alla terapia nel 2010 e adesso si può considerare completamente guarito. Poi dal 2012 abbiamo iniziato il nostro lavoro anche a livello pediatrico, per cercare di curare tutte quelle leucemie che colpiscono i bambini. Adesso ci stiamo dedicando alla terapia dei cancri solidi e quindi la nostra terapia può essere considerata positiva per tutte le forme tumorali». L'immunoterapia con cellule derivate dal paziente rappresenta una svolta nella lotta contro il cancro. Dopo decenni in cui chirurgia, radioterapia e chemioterapia hanno costituito le uniche opzioni, oggi l'immunoterapia ha affiancato le terapie tradizionali come terapia innovativa con risultati promettenti per forme di cancro altrimenti non trattabili. Questo approccio per la prima volta utilizza le cellule stesse dei pazienti come strumento terapeutico, dunque come potenziale farmaco contro il tumore.

June è riuscito a modificare geneticamente le cellule T (le cellule immunitarie che uccidono cellule infettate e cellule tumorali) trasformandole in cellule con un recettore per antigeni tumorali (cellule CAR-T). Le cellule CAR-T possiedono, infatti, la proprietà di riconoscere e uccidere in modo selettivo le cellule tumorali ma non quelle sane. Basandosi su questo principio Rosenberg è stato il primo a usare cellule immunitarie per curare il melanoma, tumore cutaneo per il quale all'epoca non c'era terapia. Le cellule furono estratte dai pazienti, fatte crescere in laboratorio e reinfuse assieme a Interleuchina 2, una molecola solubile che porta all'attivazione delle cellule antitumorali. Gli studi di Rosenberg e June hanno fornito dunque all'immunoterapia con cellule immunitarie una «proof of principle», dimostrando che questo approccio funziona.

«Con questo premio - ha commentato il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana - valorizziamo il contributo della ricerca scientifica per il progresso sociale ed economico.

E oggi siamo ancora più convinti di voler incidere sul benessere della popolazione, premiando la qualità e la ricerca, nel mondo e in Lombardia perché un Paese senza ricerca e senza innovazione è un paese senza futuro».

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