Nodo pensioni, dibattitto tra il Carroccio e il Pdl Casini: "Parli il premier"

Continua il dibattito sulla manovra. Cicchitto: "La Lega sulle pensioni rifletta". Calderoli: "E' un imperativo: non si toccano"

Nodo pensioni, dibattitto 
tra il Carroccio e il Pdl 
Casini: "Parli il premier"

Roma - Continua la polemica, anche interna alla maggioranza, sul provvedimento anticrisi. Il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, lancia un messaggio al Carroccio: "La Lega deve fare una attenta riflessione, visto che siamo tutti di fronte a scelte assai stringenti, visto che la situazione economica generale per certi versi si è addirittura aggravata e non dà certamente spazio ad un mutamento dei saldi. Allora l’eventuale diminuzione dei tagli sugli enti locali deve essere per forza accompagnata e bilanciata da un intervento strutturale sulle pensioni, riequilibrando cosi tutta la manovra".

Calderoli gela: le pensioni non si toccano È ancora una volta la Lega a mettersi di traverso con Umberto Bossi che smentisce aperture sulle pensioni e addirittura profetizza: "L’Italia finirà male". Roberto Calderoli insiste: "Il Pdl non pensi solo ai suoi elettori, la previdenza non si tocca, per noi è un imperativo non un capriccio". Poi in serata sembra ammorbidire le sue posizioni chiedendo agli alleati di marciare compatti per evitare la "spallata dei poteri forti" e trovare una "proposta unica" di modifica sulla finanziaria bis che metta d’accordo tutti.

Il dibattito nella maggioranza Intanto, nella maggioranza l’ultima ipotesi per fare cassa a alleggerire i tagli agli enti locali è quella della dismissione di caserme e altri immobili di Stato. Gli scajoliani insistono: "Aumentare l’Iva non deprimerà i consumi". Anche il governatore lombardo, Roberto Formigoni, rilancia: "Sette-otto regioni sono più che sufficienti, dismettiamo il patrimonio dello Stato". Alla vigilia dell’inizio dell’iter parlamentare della finanziaria bis i ’frondistì non arretrano di un millimetro: martedì vedranno Angelino Alfano e gli chiedono di fare una sintesi delle loro proposte di modifica del provvedimento economico varato il 13 agosto scorso dal Cdm. "Apprezziamo la disponibilità ai cambiamenti espressa dal presidente del Consiglio, fatti salvi esclusivamente i saldi, pari a 45,5 miliardi di euro fino alla fine della legislatura -scrivono in una nota comune- e ribadiamo la nostra convinzione: no a nuove tasse, sì a riforme per raggiungere il pareggio di bilancio senza deprimere l’economia". L’ex presidente del Senato, Marcello Pera, che critica assicura: "Comunque vada, i ’frondistì voteranno la manovra".

Casini: "Intervenga il premier" "Visto che nella maggioranza le idee circolano in ordine sparso, la coalizione è paralizzata dalla Lega e da Tremonti e ogni giorno si inventano ipotesi smentite il giorno dopo, Berlusconi prenda l’iniziativa e intervenga. Perchè se la manovra aveva rassicurato i mercati, quello che si sta vedendo in questi giorni toglie qualsiasi elemento di tranquillità". Lo ha sottolineato il leader Udc Pier Ferdinando Casini, a Sky Tg24, parlando delle fibrillazioni interne alla coalizione sulla manovra.

 Il Pd presenterà la prossima settimana la sua contro-manovra e per bocca di Pierluigi Bersani, attacca: "Il governo è nel caos. Per amor di patria, la maggioranza metta rapidamente un qualche rimedio all’incredibile babele di questi giorni".

 

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