Il nodo-sanità va a Guzzanti

Quattro anni e mezzo di limbo nella gestione sanitaria e già il centrosinistra fa un pensierino su come cavarsela nelle politiche sanitarie. Più che incompiute, in certi casi, neppure abbozzate. Eppure basta un po’ di faccia di bronzo e poche chiacchiere per lavarsi le mani dalle responsabilità di governo. Ma tant’è.
«La sanità e gli atti importanti sono in mano al nuovo commissario straordinario della sanità Elio Guzzanti nominato dal governo». È il benvenuto del vicepresidente Esterino Montino. Già, perché sarà il professore Guzzanti, già ministro della Salute nel primo governo Dini - tra il gennaio 1995 e il maggio 1996 - a ricoprire l’incarico che era di Piero Marrazzo. Ma dopo le dimissioni del governatore, e una volta caduta la delega di commissario ad acta, la scelta del governo si è posata su «una figura di straordinario prestigio, la soluzione migliore per traghettare la sanità laziale verso la prossima legislatura», come fa sapere il ministro del Welfare Maurizio Sacconi. Ovviamente Guzzanti rimarrà in carica per i prossimi 90 giorni ossia fino all’apertura ufficiale della campagna elettorale.

Un tempo troppo breve se solo si pensa che sul tavolo, ad attenderlo, ci saranno la redazione del piano sanitario regionale rimasto incompiuto, il piano di riordino della rete ospedaliera ancora da definire, la mappatura della rete di emergenza. (...)

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