Maurizio Benato, vice presidente della Federazione dellordine dei medici, è possibile lasciarsi morire per non farsi amputare mano e piede?
«Purtroppo è possibile. Il medico deve tenere conto delle volontà espresse dal paziente. In Italia valgono le convenzioni internazionali, compresa quella di Orvieto, che fanno riferimento a ciò che decide il malato. E mi pare che nel caso di cui si parla la dichiarazione di non farsi curare sia stata espressa in maniera chiara, di fronte a magistrati».
Però la paziente era ricoverata in un reparto psichiatrico.
«Dove cerano medici che avranno confermato la sua capacità di intendere e di volere. E se per i giudici non era necessaria la nomina di un tutore, non cè nulla da obiettare».
Anche se cè sproporzione tra la cura e le sue conseguenze?
«Il medico può intervenire solo in caso di urgenza. Altrimenti va rispettato il volere del paziente».
Ma non vi sentite le mani legate?
«Il medico è il ventre molle della situazione. Dobbiamo trovare una mediazione rispettosa tra il volere del malato e la nostra deontologia. Insomma, se una situazione contrasta con la nostra coscienza, possiamo obiettare».
In un caso tragico come questo, lei come si sarebbe comportato?
«Avrei tentato fino allultimo di convincerla a curarsi. Ma fino a che non cè una legge nazionale che pone dei paletti non possiamo fare molto altro».
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