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Una nomade di 97 anni a capo della banda che truffava gli anziani

Nel giro di furti e rapine è coinvolto un agente. Usato spesso l'inganno del finto carabiniere

Una nomade di 97 anni a capo della banda che truffava gli anziani
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Caterina Iussi, detta "la nonna", 97 anni da compiere questo venerdì, era la capostipite di una dinastia di uomini, donne e ragazzi che si dedicavano a furti, rapine e truffe ad anziani. È la madre di Monica Lafleur, "leader indiscusso" della banda di sinti con base operativa in via Muggiano, e si occupava di presidiare il quartier generale, percependo tra l'altro da decenni la pensione sociale. Nel caso, che ieri ha portato i carabinieri a eseguire 21 misure cautelari, è coinvolto pure un poliziotto.

Le misure cautelari sono state emesse dal gip Chiara Valori su richiesta della Procura. Tra le vittime dei furti in abitazione, molti dei quali messi a segno con l'inganno del "finto carabiniere, ci sono numerose persone anziane. La più vecchia presa di mira è una donna di 98 anni. I carabinieri hanno compilato una lunga lista di oggetti rubati e ricettati. Figurano borse griffate, Rolex, gioielli con diamanti. Secondo le indagini condotte dal Nucleo investigativo di via Moscova, Monica Lafleur, a capo del gruppo di truffatori, si affidava molto alla madre Caterina che, si legge nell'ordinanza, "quasi centenaria, dimora stabilmente nella stessa area di via Muggiano 25, ove occupa una casetta indipendente" e "uscendo raramente, in caso di assenza della figlia, è lei a presidiare l'area". Ancora: "La Iussi d'altronde è la madre dei dieci fratelli Lafleur, da lungo tempo insediati sul posto e da sempre dediti ai reati contro il patrimonio; ella si preoccupa dunque delle vicissitudini, anche giudiziarie, della famiglia estesa, come dimostrano alcune conversazioni intercettate". L'anziana è finita agli arresti domiciliari.

Nell'inchiesta chiamata "Altro mondo" e partita nel 2023 è coinvolto un agente di polizia in servizio presso la Questura, Fausto Napoletano, compagno di una delle principali indagate. L'uomo, che svolgeva soprattutto la funzione di palo, è destinatario della misura dell'obbligo di dimora. Il valore totale del giro di furti e truffe è di circa 2,5 milioni di euro. Le accuse sono, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti, ricettazione, riciclaggio e autoriciclaggio. Di tutti gli indagati, uno era già detenuto per altra causa, sei sono stati portati in carcere, nove agli arresti domiciliari e cinque sono stati sottoposti all'obbligo di dimora. La merce rubata veniva ricettata anche all'estero, in Svizzera e Belgio. I furti ricostruiti sono 12, gli episodi di ricettazione 15, otto quelli di riciclaggio e due di autoriciclaggio. Nel corso delle perquisizioni a carico degli indagati, svolte anche in Svizzera con l'aiuto dell'Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini, sono stati sequestrati 43mila euro in contanti, numerosi orologi di lusso, lingotti d'oro, borse e gioielli, molti nascosti in un sottotetto.

Ma anche radio trasmittenti, scanner per l'individuazione di microspie e due pistole scacciacani. Era già stato eseguito un altro sequestro di 15mila euro in contanti, gioielli e accessori per un valore di mezzo milione di euro e anche una pistola a salve.

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