«Non c’entrano le Olimpiadi con il maxi buco ellenico»

Non è stata colpa delle Olimpiadi, il 2004 non c’entra con la Grecia di oggi e il suo debito che la trascina a picco. Spyros Capralos, che all’epoca lavorava per il Comitato olimpico come segretario per i Giochi e, prima ancora, è stato direttore esecutivo del Comitato organizzatore, vuole dire la sua dopo che il Giornale ha ricordato il legame tra quei conti truccati per ospitare i Giochi e la crisi attuale. Oggi Capralos è presidente del Comitato olimpico greco, «l’equivalente del Coni italiano», spiega al telefono. «All’epoca sono stati stanziati due budget - dice -; il primo era quello del Comitato organizzatore, che è servito per realizzare i Giochi. Questo primo budget era di 1,8 miliardi e neanche un euro è stato pagato dallo Stato». Alla fine si è avuto «un surplus di qualche milione». «Il secondo budget - precisa - aveva a che fare con tutti i lavori di costruzione (a esempio per gli impianti sportivi) e per le infrastrutture destinate ad Atene e ad altre quattro città. Il costo totale è stato di 8 miliardi». «Quello che dico è: rispetto al nostro debito di 370 miliardi, 8 miliardi sono nulla».
La conclusione di Capralos: «Non si può dare responsabilità alle Olimpiadi, anzi quei lavori hanno cambiato Atene in senso decisamente positivo, specialmente per quanto riguarda i trasporti».

Ma il punto è: i conti erano davvero a posto, quando è stata avanzata la domanda per l’assegnazione dei Giochi? Capralos è netto: «Quando abbiamo preparato la domanda, tutto era a posto e in regola per finanziare i Giochi olimpici».

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