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«Non posso dire che avrei fatto il bis, però...»

da Tolcinasco (Milano)

Come nelle migliori tradizioni dei grandi tornei, quando la gara si decide sulle ultime nove buche. Il Castello di Tolcinasco Golf & Country Club è stato, per una domenica, l'Augusta National «de noantri»: un percorso levigato, un pubblico incredibile intorno al green della 18 ad accogliere fra applausi, grida e raganelle il Tiger di casa nostra, Francesco Molinari, che ha difeso più che degnamente il titolo con un 65 finale che gli è valso il terzo posto. Il comitato di gara, con la decisione di ridurre a 54 buche il «Telecom», gli ha tolto 18 buche che gli avrebbero permesso di attaccare maggiormente un percorso che ama e che, come ha confessato, «mi porta bene». Qualcosa da recriminare c'è. Dopo averci dormito sopra, Molinari mitiga quello che aveva affermato ieri aggiungendo: «Non si poteva decidere diversamente, viste le previsioni del tempo perché non saremmo riusciti a chiudere le 72 buche. Non si può dire che avrei vinto, però è indiscutibile che questa decisione non mi ha avvantaggiato». Alla luce di quanto accaduto forse non si poteva optare per una scelta differente, se non fare un pensierino per disputare 27 anziché solo 18 buche, tagliando ai primi 50 invece dei 65 migliori giocatori. Chicco ieri è partito all'attacco dimostrando che, come è stato già scritto l'anno passato, ha un grande cuore, parte del quale riservato in esclusiva a Valentina, la fidanzata che ha fatto il tifo amorevolmente da dietro le corde. Francesco Molinari ha confermato di essere in possesso di un bagaglio tecnico di enorme spessore che gli ha quasi consentito di raggiungere il risultato che si era prefissato: «Sapevo che il -16 sarebbe stato un buon risultato e anche dopo il bogey alla 8, quando mi sono trovato a -9, ho giocato per raggiungere quella quota». Sostenuto da un pubblico che «vorrei avere tutte le settimane», ha inanellato quattro birdie consecutivi dalla 9 alla 12, alla 15 e alla 17. Alla 18 si è ripetuto il Camino Real dell'anno scorso: colpo perfetto dal tee, bandiera attaccata col secondo colpo e palla che si è fermata quattro metri prima della buca. Corsi e ricorsi storici: anche il putt per il birdie che gli sarebbe servito per il -16 era proprio come quello che l'ha consacrato vincitore della scorsa edizione. Questa volta, beffardamente, la pallina non è entrata: «Era lo stesso putt dell'anno scorso ma l'ho colpita moscia ed è passata bassa sulla buca». Non è questa la sola recriminazione di Francesco perché ha detto che il suo giro perfetto ha avuto due sole sbavature. Si è dimostrato comunque un più che degno defender: «Ho imparato una cosa nuova. Dovevo difendere il titolo e credo di essermela cavata bene, quindi se mi capiterà una situazione simile so che non avrò blocchi mentali.

Rispetto al 2006 sentivo una pressione diversa, certamente superiore».

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