"Non potevo cedere alle pressioni dei coniugi Mastella"

Luigi Annunziata, direttore dell’ospedale di Caserta definito «uomo morto» dalla Lonardo: «Se m’impongono un idraulico come cardiochirurgo, che devo fare?»

"Non potevo cedere alle pressioni dei coniugi Mastella"

Caserta - Il medico che Sandra Lonardo in Mastella voleva «morto» fa gli scongiuri di rito. E prega Sant’Anna, protettrice dei casertani, che almeno adesso le cose cambino nella sanità locale. Tra ex voto e quadretti antichi raffiguranti madonne, santi e flagellazioni (la sua mania domenicale, il suo hobby nei mercatini d’antiquariato) Luigi Annunziata, direttore generale dell’ospedale San Sebastiano di Caserta, sembra ringraziare proprio l’icona del martirio a cui è intitolato il nosocomio dei veleni. «Anche a lui. Come al santo-cavaliere, quelli lì hanno provato a scagliare frecce» ridacchia l’impiegato che sulle scale al terzo piano di via Tescione è comandato a bloccare i giornalisti. «Ma non ci sono riusciti, lui è rimasto dove stava, gli altri stanno altrove». A Poggioreale o Secondigliano, in cella.

Tra una riunione coi sindacati e l’inaugurazione del nuovo sistema informatico per la registrazione delle presenze del personale, il grande nemico dei Mastella non si fa rintracciare. Poi, però, incappa nel Giornale. Ritrova la parola: «Parlare di questa storia? Siate buoni... Forse più avanti mi dilungherò nei dettagli ma adesso è il momento di far lavorare i magistrati. È una fase estremamente delicata delle indagini, quel che è successo è sotto gli occhi di tutti, con tutte le intercettazioni pubblicate e le considerazioni del pm e del gip, nelle quali sono chiare le pressioni di cui sono stato vittima. Come ho vissuto questa esperienza e questi attacchi della signora Lonardo e di altri esponenti politici dell’Udeur? Le intercettazioni parlano da sole, parlano per me».

Grazie, prego, arrivederci. Annunziata riprende posto in ufficio e al termine di una giornata snervante, intervallata da telefonate di solidarietà e appuntamenti di lavoro, confida ai suoi collaboratori la sua incredulità per quanto accaduto. «Che casino. E chi se l’aspettava un epilogo del genere... Certo, sapevo delle indagini anche perché mi hanno interrogato ma non pensavo potesse finire così, con la signora Sandra Mastella, ndr) addirittura agli arresti domiciliari». Quanto ai problemi dell’ospedale, alle pressioni ricevute, a chi gli sollecita spiegazioni Annunziata ricorda che i problemi risalgono a tutta una serie di accadimenti: «Ma scusate, faccio un esempio paradossale: se per il posto di cardiochirurgo mi propongono un idraulico, io come mi devo comportare? Ho cercato di fare le scelte migliori, di trovare gli uomini adatti, di cambiare anche la gestione dell’ospedale. Quando sono arrivato ho trovato una situazione finanziaria sfavorevole – continua Annunziata nel suo sfogo ai fedelissimi – così mi sono battuto per la riduzione delle spese e degli sprechi, arrivando ad incalzare i primari sulle prestazioni e sulle presenze. Per esempio tutta la storia dei posti letto dimezzati a oculistica e dermatologia per ottimizzare le risorse e gli spazi. Evidentemente, questo mio modo di agire, non è andato bene a chi voleva che le cose restassero com’erano». Ad Annunziata, a proposito di scelte mal digerite politicamente all’esterno, c’è chi gli rammenta la storia del Dea (il nuovo dipartimento di emergenza) ultimato a giugno scorso a cui è legato non solo il trasferimento di alcuni reparti ma la progettazione della ristrutturazione del reparto centrale del vecchio padiglione, inizialmente affidato all’impresa di Camilleri, il braccio operativo di Mastella. «Certo, e come se ce l’ho presente. Non a caso, per motivi noti, glielo abbiamo revocato e nessuno ha avuto niente da eccepire, nemmeno al Tar». E comunque, tronca il discorso il direttore generale, «come l’inchiesta di Santa Maria dimostra ci hanno provato in tutti i modi a farmi fuori, con interrogazioni al consiglio regionale e con delle ispezioni mirate, ispirate chissà da chi, arrivate a sorpresa. Purtroppo per i “mandanti”, è risultato tutto a posto, i conti in ordine, e anche la mia presunta mancanza di titoli per ricoprire il posto che ricopro, si è rivelata una cosa falsa». E per concludere. «Comunque, io in questa storia non sono né parte lesa, né attore. Sono solo oggetto di determinate considerazioni da parte della magistratura. Per quanto mi riguarda, la politica c’entra poco, così come la vicinanza con De Franciscis (presidente della provincia, ndr).

Non potevo dire sì a prescindere su determinate persone» solo perché me lo chiedeva Mastella o sua moglie. Perché per il posto di neurochirurgo è sempre meglio il peggiore dei primari piuttosto che il migliore degli idraulici. «O no?».

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