Il momento più brutto della vita di Haroun Magdy è fissato per domani alle ore 9. Quando lufficiale giudiziario busserà alla sua porta al terzo piano di un palazzo in via dei Falegnami 15, vicino a via Arenula, per sfrattarlo. È una vicenda ai limiti dellassurdo quella del signor Haroun, nato in Egitto 44 anni fa ma da tempo nel nostro Paese tanto da essere diventato cittadino italiano. A raccontarla è la signora Rosella, una sua vicina di casa perché Haroun da quando ha capito che avrebbe rischiato di trovarsi in mezzo a una strada è stato colpito da una fortissima forma di balbuzie che gli rende impossibile parlare.
«Sono quasi 20 anni che Haroun vive in Italia - comincia Rosella - ed è dal 1996 che abita in via dei Falegnami 15 dividendo lappartamento con unaltra persona fino al 2000». E qui cominciano i problemi. Il contratto di affitto, infatti, non è a nome di Haroun ma del suo coinquilino che 4 anni dopo, appunto, si trasferisce altrove. Haroun continua intanto ad abitare dietro via Arenula pagando regolarmente il vecchio canone daffitto al Comune di 55 euro al mese. Nel frattempo è diventato italiano, sposando nel 1995 unitaliana da cui ha avuto anche un figlio. Il tempo passa, Haroun divorzia e si sposa una seconda volta e si mette anche in affari rilevando un piccolo call center per stranieri. E arriviamo così al 2003 quando viene a sapere della cartolarizzazione, che gli consentirebbe di diventare proprietario dellimmobile. «Pensava di risolvere una volta per tutte il problema della casa - continua Rosella -. Purtroppo le cose sono andate diversamente». Haroun si reca più volte in via Flaminia, negli uffici di Risorse per Roma incaricata della dismissione degli appartamenti, portando con sé i bollettini pagati, fin quando il 17 marzo del 2004 gli viene detto di inviare tutta la documentazione via posta. «Passano i mesi e non viene a sapere nulla. A giugno invia una nuova lettera, ma niente. Finché nel 2005 recandosi per lennesima volta in via Flaminia scopre che la sua casa era stata venduta». La sua domanda di acquisto sembra non sia stata accettata perché Haroun non figurava come legittimo titolare del contratto di locazione ma solo come occupante. «Il fatto è che nessuno lo ha mai avvertito della necessità di legittimare la sua posizione - prosegue Rosella - così i successivi ricorsi a Tar e Tribunale sono stati respinti. In particolare questultimo avrebbe potuto dare il tempo ad Haroun di trovare una nuova sistemazione anche perché le inadempienze del Comune sono evidenti. In più adesso Haroun soffre di una grave forma di depressione e di uno stato di ansia che gli rende difficilissimo parlare.
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