Brava perché non cè solo il nuoto, non cè solo lo sport, non ci sono solo gli allenamenti e Laure Manaudou lha capito. Dopo anni di sacrifici e rinunce, ha scelto di vivere. Stufa, innamorata, incinta, che differenza fa? Ha deciso serenamente di dire basta, dopo aver dimostrato al mondo intero, ma soprattutto a se stessa di essere in ambito sportivo una grandissima. Ora, da persona intelligente quale è, ha probabilmente percepito e poi compreso che nulla può essere come prima. Ha vinto, ha vinto tanto e bene. Ha avuto fama e gloria a sufficienza per andare in giro a testa alta e orgogliosa di aver portato in giro per il mondo il vessillo di unintera nazione, però quando ha compreso che sarebbe stato difficile tornare a recitare un ruolo di primo piano, quando ha sentito dentro di sé che forse cè altro nella vita, di ugualmente bello e stimolante, ha detto basta.
A molti può sembrare una resa, a me pare invece una intelligente presa di coscienza. Conoscere se stessi e i propri limiti è lessenza dello sport. Lei probabilmente si conosce come nessuno e ha deciso di trovare altrove nuovi stimoli. Ha voglia di mettersi in gioco, ha voglia di vivere. Nella crescita di una persona non deve esserci solo lo sport. Anzi, lo sport serve per migliorarsi nella vita e la Manaudou ha deciso di mettere a frutto quanto imparato. Poi ha trovato chi è andata più veloce di lei, chi le ha portato via la scena. Decidere di uscire di piscina e indossare gli indumenti di tutti i giorni è una scelta matura e coraggiosa.
*Ex Rettore Università di Ferrara
e preparatore sportivo
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