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«Non solo smartphone Sì a un Piano Marshall per un'Italia più tech»

Il direttore marketing in Italia: «Vogliamo dare un esempio. E l'aiuto per superare la crisi»

Marco Lombardo

Una nuova serie su super smartphone e un'appello per un Piano Marshall tecnologico. D'altronde Huawei all'Italia ci tiene. E Isabella Lazzini, Direttore marketing e retail del brand cinese molto attivo nell'aiutare il nostro Paese in questa emergenza, lo conferma: «Non è solo una questione di business. Ma la possibilità di dare un esempio su come ci si può risollevare dai momenti difficili. E soprattutto di dare una mano concreta».

Il suggerimento di come cavalcare una crisi per rinascere arriva dunque dai nuovi modelli P40. Che oltre ad essere tecnologicissimi («abbiamo alzato l'asticella ancora una volta»), sono ormai indifferenti all'assenza di Google. E si potrebbe dire che gli Huawei Mobile Services sono proprio un esempio da seguire.

Insomma, «Make It Possible».

«È la nostra filosofia, il nostro slogan: rendere possibili le cose. Anche quando sembrano impossibili, oltre ogni avversità. Io lavoro qui da 4 anni e ormai me lo sento sulla pelle. E lo dico con orgoglio, visto come la mia azienda ha avuto attenzioni per l'Italia, per il suo popolo e per noi dipendenti».

Ma appunto: com'è possibile?

«La storia di questi ultimi mesi lo dimostra. Sappiamo quello che è successo con il ban americano, eppure abbiamo continuato a investire. Abbiamo costruito una piattaforma di servizi, e fatto uscire prodotti sempre migliori».

State alimentando un ecosistema.

«Sempre di più: il lancio di Huawei Music è un esempio. Cinquanta milioni di brani per 300 anni di ascolto continuo. In questo momento di difficoltà vogliamo riempire spazi e tempo, vogliamo connettere. Huawei è nata proprio costruendo infrastrutture».

Dovete fare business, certo: però..

«Però stiamo cercando di innovare anche l'idea di come rapportarci con i consumatori. Per esempio: in questo momenti di crisi, regaliamo i primi tre mesi di Music così come abbiamo fatto con Video. Diamo 50 Gb di cloud omaggio per un anno a chi acquista un nostro prodotto. Assistenza gratuita se ti si rompe il device, che veniamo a prendere e restituiamo a domicilio. È uno sforzo dovuto».

E qual è il messaggio, allora?

«Restate connessi, sempre di più. Anche se siete, siamo, chiusi in casa, dobbiamo avere la possibilità di stare vicini. E la tecnologia è importante per questo».

È il momento di accelerare il futuro?

«Questa situazione ha dato visibilità a qualcosa che a Huawei era ben chiaro. Con il 5G per esempio sarebbero già stati risolti molti problemi in tempi più brevi. Dobbiamo farci trovare pronti alla prossima crisi».

Come?

«Diciamo che il coronavirus ha portato all'attenzione tematiche che non erano state approcciate come priorità. Il 5G appunto, per dire, è invece un nostro fiore all'occhiello: in Cina abbiamo già testato soluzioni a distanza per la sanità. Il percorso obbligato per salvare molte più vite».

Da dove cominciare?

«Dando strumenti idonei. In questi giorni in economia di guerra i dati dimostrano la crescita esponenziale di acquisti computer: oltre il 60% in più per laptop e desktop. Oggi più che mai la tecnologia è connessione. Il futuro prossimo deve essere 5G, smart cities e telemedicina».

Ci vorrebbe un Piano Marshall tecnologico.

«E perché no? Questi giorni hanno dimostrato che a collaborazione tra le aziende funziona quando c'è da dare un aiuto alle persone. Lo dico chiaramente: Huawei è aperta e pronta a rendersi disponibile, se le istituzioni chiamano noi ci siamo. E siamo pronti a farlo con chi ci vuole stare.

L'Italia ci accoglie da 16 anni con calore e noi le saremo sempre riconoscenti».

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