«Non vogliamo pagare Santoro»

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Egregio Dottor Feltri, la Rai ha una posizione che non condivido. Qualche trasmissione (come «Annozero») mi fa orrore e ribrezzo e non la posso accettare. Allora non la guardo, però sono obbligato a pagare il canone, per remunerare profumatamente Santoro e la sua masnada. Dove è scritto che io sia costretto a sovvenzionare e mantenere una mandria di individui che, con atteggiamento arrogante, e avvalendosi di un linguaggio violento e incivile, campano solo su offese personali, insulti, calunnie, insinuazioni malevole, interpretazioni abusive? Perché non c’è un minimo di «par condicio» con trasmissioni che - in qualche modo facciano da contrappeso ad «Annozero», «Ballarò» e simili oscenità? Perché sono obbligato a pagare un cosiddetto servizio pubblico, dove il 90% di attori, conduttori, registi eccetera si dichiarano apertamente di sinistra?
Lucio Penzo
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Rappresento quindici utenti che hanno rinnovato l’abbonamento per l’anno in corso alla Televisione di Stato ma che vogliono disdirlo per il prossimo anno qualora la Tv non radia dai propri programmi quelli faziosi, inutili, come: «Annozero», «Ballarò», «Lineanotte», «Report» eccetera. Per sostituirli con programmi scientifici, educativi e anche politici ma indipendenti. Facciamo appello a «il Giornale» affinché pubblichi l’iter per la disdetta dell’abbonamento.
Roma
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Gentile Direttore Feltri, certe trasmissioni sulle reti Rai sono di una faziosità inaudita. Viene la nausea solo a sentire i nomi dei conduttori. Vi preghiamo di indicarci in modo chiaro come disdire il canone Rai. Grazie.
Dott. Angelo Posti e Eraldo Tiberi
Fabro (Tr)
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Sul vostro giornale ci sono moltissime lettere che testimoniano la volontà della gente che vuole disdire il canone Rai. È da tempo che vorrei non pagarlo per i programmi faziosi che vanno in onda e questa l’ultima puntata di «Annozero» ha avvalorato ancora di più la mia idea: non intendo più pagare lo stipendio a un Santoro con il suo amico Travaglio. Vorrei cortesemente chiedere a voi e agli altri lettori di metterci d’accordo per trovare altre persone con la nostra stessa idea e disdire in massa il canone.
Paola Fantacci
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Ho deciso di prendere carta e penna dopo aver visto l’ennesima estremista puntata di «Annozero». Come si può permettere, in una rete pubblica, con dei dipendenti pubblici quali sono Santoro, Travaglio eccetera di realizzare un programma spregiudicatamente fazioso, unidirezionale, con l’unico scopo di incrementare il consenso di determinati partiti politici a discapito di calunnie e infamie contro una determinata parte politica? Io sono un cittadino onesto che tutte le mattina si alza per recarsi al lavoro e altrettanto onestamente elargisce alle casse della Rai il canone annuale; mi sento profondamente offeso che i miei soldi vadano a finanziare questo genere di programma, che non fa minimamente informazione, anzi nella maggior parte dei casi disinformazione e va a creare un clima di odio ed esasperazione del tutto controproducenti per la nostra bella Italia. Spero che vengano presi dei provvedimenti a riguardo, altrimenti sarò costretto, contrariamente al mio modo di pensare e di agire, a non rinnovare il canone Rai e sono più che convinto che molti concittadini la pensino esattamente come me.
Rosario Tarulli
Servigliano (Fermo)
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Egregio Dottor Liofredi, direttore di Raidue, leggendo i quotidiani di questi giorni si parla molto della trasmissione «Annozero» condotta da Santoro e Travaglio. Caro Direttore, credo che noi telespettatori non si debba pagare un canone per vedere e sentire tante volgarità e offese. Santoro come personaggio ha oltrepassato ogni limite di sopportabilità. Direttore, la prego per il bene della sua azienda di provvedere per non trovarsi con i canoni dimezzati.
Anna Cattaneo
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Egregio Direttore le chiedo di lanciare una campagna che possa arrivare al licenziamento di Santoro e compagnia. Se questo continuerà le trasmissioni io e altri miei amici non pagheremo più il canone televisivo alla Rai, non vogliamo che i nostri soldi vengano dati a questi pessimi personaggi che offendono il popolo Italiano e vengono pure pagati dal popolo Italiano.
Ignazio Vabai
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Caro Feltri, confesso che mi ero liberato da qualche tempo della visione di quella opinabile trasmissione, non sentendone la mancanza. Mi preoccupa l’indecisione della maggioranza che ha il dovere di privatizzare la Rai: l’ha promesso nelle passate campagne elettorali, poi ha accantonato il progetto nel dimenticatoio. L’esempio di Mediaset ha fatto scuola: un’azienda dove al suo interno lavorano artisti con idee politiche diverse, che usano l’arma della competenza e professionalità, senza ambiguità o piaggeria. E se fosse proprio «il Giornale» a raccogliere le firme, per chiedere la privatizzazione della Rai?
Mario Piga
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Gentile Direttore, poiché con la ragionevolezza e il buon senso non è possibile venire a capo della faziosità - mi riferisco ad «Annozero» e a tutte le trasmissioni analoghe - tagliamo l’erba sotto i piedi a tutti i conduttori iperschierati. Lanci una raccolta di firme per l’abolizione del canone Rai. Sicuramente ci saranno milioni di «vere» adesioni che, ne sono sicura, potranno superare il vaglio dei controlli più severi. Senza il fieno vedrà che tutta la fauna smetterà di urlare; perché mamma Rai, dovendo procurarsi i mezzi di sussistenza soltanto sul mercato, non potrà più corrispondere loro i pingui emolumenti cui sono abituati. Continui le sue battaglie, i lettori de «il Giornale» sono con lei per sostenerla nella lotta.
Carla Repossi
Milano
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Gentile Direttore, ne ho piene le tasche degli insulti che mi vengono rivolti quotidianamente dai troppi pulpiti prestati alla sinistra. Mi insultano in quanto italiano e elettore di Berlusconi. Non mi va che il Bocca di turno affermi che: «Non si può delegare il governo dell’Italia a trenta milioni di analfabeti di ritorno». Non sono un analfabeta né di fatto né di ritorno.
Luigi Bertirelli
Cossato (Bi)
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Egregio Direttore, nell’articolo del 24 settembre, dedicato a Santoro e ai suoi scagnozzi, lei dice giustamente «Viene voglia di non pagare il canone». Devo dirle che a me questa voglia è venuta già da parecchio, ma non so bene come fare, perché non vorrei entrare in un giro di esattori dal quale poi è difficile uscire. Lei saprebbe darmi qualche indicazione utile per poter far sentire alla Rai il nostro dissenso? La ringrazio in anticipo.
Gianni Locatelli
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Come previsto Santoro ha confermato la sua mission: attaccare Berlusconi senza remore. Che lo faccia dalle pagine di un giornale mi può star bene; vederlo dagli schermi della Tv pubblica alla quale pago oltre cento euro all’anno risulta inaccettabile. Ho un albergo per cui l’onere del canone si moltiplica! Sorvolo sui contenuti della trasmissione in quanto ci sarebbe troppo da dire; basta solo una parola: vergogna.
Giulio Cavara
Verona
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Egregio Dottor Feltri, com’è possibile che non si possa fare nulla per fermare «Annozero»? Serve solo ad attaccare il nostro presidente sparando menzogne e sputando veleno. Possibile che la Rai, tv di Stato, pagata coi nostri soldi, faccia solo trasmissioni schierate con la sinistra? A questo punto non sarebbe meglio privatizzarla?
M.Luisa
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Egregio Direttore, stanca dell’arroganza di alcuni personaggi e di trasmissioni come «Annozero», «Che tempo che fa», «Ballarò», «Linea notte» e Tg tipo quello condotto la mattina da Mineo, mi associo a coloro che sperano in una iniziativa tipo raccolta firme per non pagare più il canone Rai. Vedere una televisione che, anziché informare democraticamente, privilegia in modo sfacciato soltanto una parte politica esaspera e disgusta.
Marisa Bocchio
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Qualcuno può spiegare al telespettatore perché viene pagato un «conduttore» nelle trasmissioni in cui il dibattito non risulta – alla fine - chiarificatore? A chi giova un conduttore che non sa essere anche moderatore? Ne vediamo talvolta alcuni che lasciano spazio – con un sorrisetto di circostanza – all’arroganza. Conduttori che intervengono ispirati da simpatie personali, sconciamente palesi lasciando il telespettatore con un legittimo senso di nausea, sono davvero utili? Ormai, sedersi volentieri davanti al video pare sia davvero utopostico.
Renata Mucci
Brescia
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Confesso che, per curiosità e spinta da una vocina che mi ripeteva di non essere piena di pregiudizi (della serie «prima verifica e poi giudica»), una sera mi sintonizzai su «Annozero». Stoicamente resistetti sino alla fine, disgustata dalla violenza, faziosità, mancanza di contraddittorio ed equilibrio. Da allora non ho mai più guardato quella trasmissione. L’unico modo per punire quelle trasmissioni è non guardarle, provocare un tal abbassamento di ascolti da indurre i dirigenti Rai a una meditazione sull’utilità di mandare in onda simili personaggi e trasmissioni. È ben vero che ci sarebbe anche un altro modo: smettere di pagare quel balzello (vagamente estorsivo) detto canone Rai.
Isabella Massa
Trieste
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Perfettamente d’accordo a non pagare il canone a una Rai che foraggia chi fa il giudice dagli schermi, pur non essendolo, e si permette anche di invocare una libertà di cui gode ampiamente. Oltre il danno anche la beffa!
C.
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Ho visto per cinque minuti la trasmissione «Annozero» e dopo per evitare altri conati ho cambiato canale. Come è possibile che sia permessa una simile trasmissione? È un insulto all’intelligenza degli italiani benpensanti e purtroppo è pane per il popolo una volta definito bue. Bravo premier, ha già detto che dell’immondizia si è occupato a Napoli... e quindi queste cose non la sfiorano neppure. Perché «il Giornale» non fa una campagna per stimolare tutti i lettori a non pagare più il canone? È indecente che con i nostri soldi si finanzino trasmissioni abberranti come questa.
G.B.
Milano
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Gentile Direttore, io non vedo mai le trasmissioni dei vari Santoro, ritenendole orripilanti e vergognose, pagate da noi cittadini: è più che sufficiente il resoconto che leggo da «il Giornale». Sono, pertanto, fra coloro che vedrebbero favorevolmente una campagna per non pagare il canone Rai.

Eviteremmo di contribuire a rendere milionari elementi che definire farabutti è un vero eufemismo.
Serafino Introcaso
Taranto

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