Ferruccio Repetti
«Sono innocente, non so nulla di questa storia»: si difende così Massimiliano Amantini, giovane consigliere comunale di maggioranza a Zoagli, accusato di aver spedito 260 messaggi e.mail al presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni. Mica messaggi damore, anzi: le missive elettroniche contenevano nientepopodimenoche lauspicio che il premier Silvio Berlusconi e il giornalista, direttore del Tg4, Emilio Fede, venissero «fatti fuori al più presto». Una minaccia presa molto sul serio dai magistrati milanesi che hanno imbastito il processo sulla base di perizie tecniche apparentemente inconfutabili: i controlli incrociati, infatti, avrebbero permesso di identificare la fonte dei messaggi nel personal computer del consigliere comunale. I rilievi sono duramente contestati dalla difesa di Amantini, sostenuta dallavvocato Sara Busoli, che ha chiesto ulteriori approfondimenti per riuscire a smontare limputazione. Nel frattempo il capo del governo ha rinunciato a costituirsi in giudizio, mentre Emilio Fede, già oggetto, alcuni anni or sono, di minacce rivelate in diretta televisiva, ha deciso di andare a fondo alla vicenda.
«Non volevo far fuori Fede e Berlusconi»
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