Nonno ai nipoti: per colpa del governo niente regali

«Cari nipotini, devo dirvi, purtroppo fin da ora, che a Natale non potrò farvi il regalo che sempre vi ho fatto e sempre avete atteso. Questo perché mi sono trovato improvvisamente nella mia già modesta pensione una diminuzione di circa 10 euro al mese, per cui, alla fine dell’anno faranno circa 100 euro in meno». Comincia così la lettera che Giorgio Cipriani, un pensionato di Pegli, ha deciso (non senza polemica ironia) di scrivere ai nipotini di sei, sette e otto anni. Perché - si parla a nuora perché suocera intenda - il messaggio arrivi forte e chiaro ai nostri politici al governo. Il tenore della lettera non si discosta di molto da quello di altre decine di lettere e messaggi che riceviamo in redazione. E, in genere, dai discorsi al supermercato o al bar. Perché in tanti si sono resi conto soltanto adesso dei risultati offerti dalla sinistra al governo. In materia di sanità, ma anche di tagli alle pensioni e al caro-vita in generale. «Cari nipotini - continua la lettera - i nostri amministratori hanno aumentato le tasse per favorire tante persone che non lo meritano...

dovrei quindi ogni volta, per accontentarvi, prendere per il bavero qualcuno di questi cattivi amministratori e chiedergli di darmi i miei cento euro per seguitare ad avere io la soddisfazione di farvi e voi di ricevere il regalo di Natale. Però non potrò fare questo perché oltre alla beffa avrei anche una sonora risata in faccia». Chissà se qualcuno lo ascolterà questo nonno. Di questo passo Babbo Natale ci vedrà tutti solo per i saldi.

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