Nostra Signora di Monomotapa

Nel voluminoso Dizionario cronologico delle apparizioni della Madonna (Piemme) di Gottfried Hierzenberger e Otto Nedomansky si legge che il 15 marzo del 1561 il padre gesuita portoghese Gonzales de Liveira venne assassinato in Africa da fanatici musulmani. Questo gesuita trentacinquenne era nato nel 1526 ad Almeiria, nei dintorni della capitale Lisbona. Il XVI era il secolo della grande espansione missionaria gesuita e i figli di sant’Ignazio si erano spinti nei recessi più impensati del mondo, dalle terre inesplorate del Canada a quelle altrettanto sconosciute dell’America meridionale, dall’India al Giappone. L’Africa «nera», a quel tempo, era un coacervo di regni e tribù ed etnie sempre in guerra tra loro. Alcune di queste popolazioni erano state convertite all’islam (o si erano convertite per evitare la riduzione in schiavitù). Era il caso di un regno che si chiamava Monomotapa e si trovava all’incirca nella regione che nell’Ottocento prese il nome di Rhodesia. Il padre Liveira, giunto da quelle parti, secondo un metodo ben collaudato dai gesuiti, si fece ricevere dal re e gli donò in segno di amicizia un’immagine della Madonna. Il re, che era musulmano e sapeva che Maria era la madre, vergine, del «profeta» Gesù, accettò di buon grado. Ma quella stessa notte, e per cinque notti di fila, gli apparve la Madonna.

Allora si fece battezzare cristiano e volentieri permise al Liveira di aprire una missione nel suo territorio. Naturalmente la decisione del re non fu gradita ai musulmani locali, che gridarono all’apostasia. E già sappiamo come andò a finire.
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