"Le notizie ci colgono in flagrante"

Intervista alla coppia comica regina d'ascolti di Striscia la notizia, Ficarra & Picone: "Il segreto? Improvvisiamo molto". A settembre il ritorno a teatro dopo tre anni. "E ci è venuta anche l'idea per il prossimo film"

"Le notizie ci colgono in flagrante"

Ma mica hanno bisogno di un copione. Loro sono così: Ficarra e Picone hanno una fluidità di battute impressionante, via una dietro l’altra, non importa l’argomento. «Quanto fa Striscia di ascolti? Secondo la Questura, ci guardano in quindicimila. Secondo i sindacati in cinquanta milioni». Un martellamento continuo. E irresistibile. Con il capellone Salvo Ficarra e il pettinatissimo Valentino Picone Striscia la Notizia rimane, come da ventidue stagioni, il programma più visto dell’access prime time. E con Striscia loro due dimostrano di saper fare proprio tutto: travolgenti a teatro, forti al cinema (domenica sera il loro film Il 7 e l’8 ha convinto quasi cinque milioni di telespettatori battendo Tutti pazzi per amore 2 su Raiuno) e vincenti in tv perché sono la sublimazione dell’equilibrio tra protagonista e deuteragonista che rende strepitosa una coppia di attori. Perciò oggi sono i migliori. E leggete qui.

Scusate, ogni sera Striscia vince la sfida degli ascolti. Portate più spettatori del Sud?
Ficarra. «In effetti nel mio palazzo, l’80 per cento di share è al Sud, diciamo fino ai primi tre piani. Più a Nord, nell’attico, ci guardano in pochi».
Picone. «Ma va, Striscia è seguita allo stesso modo in tutta Italia». Ficarra. «Ma perché si parla sempre di Nord e Sud?».
Picone. «In fondo Zelig, ma prima ancora Drive In hanno unificato la comicità in Italia».

Metà anni Ottanta.
Picone. «A quel tempo andavo a scuola e i tormentoni con gli amici venivano da Drive in».
Ficarra. «Poi si è comprato il diploma».

Fermi qui. Il vostro segreto a «Striscia»?
Ficarra. «Ci facciamo sorprendere in flagrante dalle notizie».
Picone. «Improvvisiamo molto. Se gli devo dire “cretino” mica ci penso troppo».

Ma non siete mai volgari.
Ficarra. «Ma solo perché non conosciamo le parolacce».
Picone. «La volgarità è comunque un’altra cosa. Benigni che prova a stringere le parti basse di Pippo Baudo mica è volgare».

Però magari spiegare il consenso di un governo con una metafora sul sesso anale, sì.
Picone. «Ognuno può dire quello che vuole. Ho seguito il monologo di Daniele Luttazzi e ho anche riso».
Ficarra. «Tutti hanno il diritto di andare in tv. Poi la gente, come dice Arbore, comanda fino a quando ha il telecomando in mano».

Voi parlate di politica. Ma da terzi. Mai da parti in causa. Picone. «Ormai di politica si parla nei bar come anni fa si faceva con il calcio. Certo, una volta i politici parlavano il politichese e non li capiva nessuno. Oggi sono anche un fenomeno di costume. Comunque la satira è per forza antigovernativa, chiunque sia al potere».
Ficarra. «Se poi al potere ci stanno sempre gli stessi, non possiamo prendercela con tutti gli altri. Quanto al politichese, è sopravvissuta solo un’espressione: aprire un tavolo delle trattative. Accidenti, come si fa ad aprire un tavolo? Boh».

A «Zelig» facevate i «Nati stanchi», stereotipo dei siciliani svogliati. La gioia dei leghisti (stereotipati).
Picone. «Noi siamo pronti a ridere dei nostri difetti. Ci vorrebbe un po’ di autoironia anche dall’altra parte».
Ficarra. «Comunque a noi non c’è mica passata la voglia di fare battute sulla Lega».

Allora riunitele e mettetele in un nuovo film. L’ultimo, «La matassa» è dell’anno scorso.
Ficarra. «Abbiamo pensato a una nuova storia. Ci stiamo lavorando ma siamo ancora lontani».

E’ una storia di attualità? I Vanzina hanno appena fatto un film sulle intercettazioni.
Ficarra e Picone. «Noi non potremmo perché tra un anno le intercettazioni le toglieranno: sarebbe un film storico».

A proposito, i «Fratelli Corner», cioè la vostra parodia di due calciatori dell’Inter, cosa pensano delle telefonate tra il presidente Moratti e il designatore arbitrale?
Ficarra. «Sono perfette. D’altronde sono Inter-cettazioni, mica Milan-cettazioni».

Scusate, sono tre anni che mancate da teatro.
Picone. «E difatti a settembre ci torneremo di nuovo».

Titolo dello spettacolo?
Picone. «E chi lo sa? Prima fissiamo le date e poi pensiamo ai testi». Ficarra. «Altrimenti non ci viene la fretta giusta per scrivere».

Siete in coppia da diciassette anni.
Ficarra. «Però cerchiamo di fare poco sesso».
Picone. «Il trucco è di non prenderci troppo sul serio e accettare i difetti dell’altro. Purtroppo tra noi è Salvo ad avere il novanta per cento dei difetti».

Ale e Franz, Pali e Dispari, Luca e Paolo. E’ il momento delle coppie comiche.
Picone. «Tutti bravissimi. Ma quando abbiamo iniziato ci dicevano: in due non funzionate, oggi vanno di moda i monologhisti».
Ficarra. «Ma vorrei che si sapesse che, se cambia la tendenza, io vado subito da solo».

In tre mai?
Picone. «Avremmo potuto con Fiorello in Stasera pago io. Con lui c’è un meccanismo naturale di comicità a tre e c’erano stati dei contatti. Poi non si è fatto nulla. Ma può darsi in futuro».

E il passato? Quali film vi hanno cambiato la vita?
Ficarra. «Quasi tutti quelli di Totò e di Peter Sellers».
Picone.

«Io ci aggiungerei anche Il monello di Charlie Chaplin». Ficarra. «Allora mettiamoci anche alcune interviste di Daniele Capezzone e non si sbaglia».

E voi quali sbagli avete fatto?
Picone. «A parte Ficarra?». Va bene, lasciamo perdere.

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