Novartis, record di profitti

Insieme con la consociata italiana Chiron punta alla leadership mondiale nel campo dei vaccini

Luigi Cucchi

Un nuovo record di profitti e volume di affari per Novartis, una delle prime industrie farmaceutiche al mondo, presente in 140 Paesi con oltre 91mila dipendenti.
Gli investimenti in ricerca che caratterizzano la forte componente innovativa di questo gigante svizzero, sono stati nel 2005 pari a 4,8 miliardi di dollari, più 18 per cento. Le vendite Novartis hanno raggiunto i 32,2 miliardi di dollari, facendo registrare un aumento del 14 per cento, quelle di soli farmaci hanno superato i 20,2 miliardi (+10 per cento).
I profitti netti hanno raggiunto i 6,141 miliardi di dollari, sono ulteriormente cresciuti del 10 per cento. L’aumento del volume di affari ha due componenti: la crescita delle vendite del 9 per cento e acquisizioni (tra le altre Hexal-Eon labs, società tedesca–americana tra le prime nei farmaci generici) che hanno contribuito con 1,5 miliardi di dollari, all’ulteriore sviluppo del volume di affari di un 5 per cento.
A Basilea, all’annuale incontro per la presentazione dei risultati Novartis, il presidente Daniel Vasella, ha dichiarato di attendere risultati eccellenti anche nei prossimi anni, considerando la messa a punto dei nuovi principi attivi che Novartis sta realizzando e la crescente domanda di salute e di farmaci nel mondo ed in particolare in alcuni Paesi come la Cina, dove nel 2005 il mercato farmaceutico si è sviluppato del 21 per cento, anche in India sta crescendo a tassi considerevoli.
«Inoltre - ha precisato Vasella - tra le malattie più diffuse nei Paesi occidentali, come ipertensione, diabete e dislipidemie, che affliggono oltre 500 milioni di persone, sono curati in modo ottimale solo il 10 per cento dei pazienti. Vi è quindi grande bisogno di farmaci e noi sviluppiamo i più innovativi».
Nel 2005 Novartis si è potenziata nell’area dei vaccini acquisendo la società statunitense Chiron, presente in numerosi Paesi con 5.800 dipendenti.
Chiron ha una consociata anche in Italia, a Siena, con 1.200 addetti. Se questa fusione sarà ratificata nei prossimi mesi dall’assemblea che si terrà a San Francisco, la consociata italiana di Novartis ( 1,1 miliardi di euro di volume di affari in Italia) raggiungerà i 3.500 addetti, un terzo più dell’organico attuale.
I progressi di Novartis negli ultimi dieci anni (continui record di vendite e di profitti) sono soprattutto il frutto della ricerca: l’antipertensivo Tareg - Diovan è tra i più venduti negli Stati uniti ed in Europa (3,7 miliardi di dollari), l’antitumorale Glivec (prezioso nella cura della leucemia mieloide cronica, ottiene nel 93 per cento dei casi la remissione della malattia), ha nel 2005 superato i 2 miliardi di dollari.
Altri tre farmaci assicurano a Novartis, oltre un miliardo di dollari ognuno, sono autentici blockbuster: l’antipertensivo Lotrel, l’antinfettivo Lamisil e l’antitumorale Zometa. Vi sono inoltre altri farmaci le cui vendite sono superiori al mezzo miliardo di dollari: Neoral, Sandostatin e Lescol.
Nell’area dell’immunologia Novartis è la sola società che ha presentato negli ultimi dieci anni due nuovi principi attivi, Myfortic e Certican che agiscono sul sistema immunitario riducendo l’incidenza dei rigetti.
Importanti novità scientifiche sono attese a Boston, alla conferenza mondiale sui trapianti in programma nel luglio prossimo.
La pipeline della ricerca Novartis è ricca di 76 progetti in sviluppo, e secondo gli analisti è tra le più promettenti dell’industria. Di prossimo lancio vi è Galvus, il primo antidiabetico orale per il diabete senile e Rasilez, il primo di una nuova classe di antipertensivi con copertura sulle 24 ore.

Sono principi attivi che rappresentano un vero salto di qualità.
Nel 2005 Novartis ha fornito farmaci a prezzi di costo o gratuiti per circa 700 milioni di dollari che hanno consentito di curare oltre 6,5 milioni di pazienti.

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