Cronaca locale

«Novecento», danza agli Arcimboldi

Balanchine, Béjart e Jiri Kylian autori del trittico

Matteo Failla

Buone notizie per gli amanti del balletto classico, stanchi degli pseudoballerini televisivi vocianti e scalcianti: a tranquillizzarli provvede lo stesso Frederic Olivieri, direttore del Corpo di Ballo della Scala, che pochi giorni fa ha ricevuto il premio “Gino Tani” per le arti dello spettacolo.
«Mi pare chiaro che non si possono paragonare Verdi e Baglioni – dice Olivieri -, ma entrambi fanno parte di un grande contenitore che è la musica. Così è per il ballo: i balli o balletti dei programmi tv, il musical di grande fama ed il balletto classico provengono tutti dalla stessa “madre”, la danza, che in qualsiasi forma si manifesti ha comunque il pregio di avvicinare il pubblico al proprio affascinante mondo. Tocca poi allo spettatore decidere cosa vedere, ma ciò che è certo è che le persone si accorgono sempre dei differenti livelli di qualità: il balletto è in crescita per questo».
E i massimi livelli del balletto classico del Ventesimo secolo saranno presenti al Teatro degli Arcimboldi dal 14 al 24 giugno, dove il Balletto della Scala sarà in scena con il trittico Novecento - grandi coreografi del Ventesimo secolo che vedrà protagonisti i capolavori Theme and Variations di George Balanchine, Le sacre du printemps di Maurice Béjart e soprattutto Symphony of Psalms di Jiri Kylian, un debutto per il Balletto della Scala. Coloro che amano il balletto, solo leggendo i nomi, avranno già inteso il livello di eccellenza, e difficilmente si perderanno il ritorno di Kylian in Italia, ma per coloro che invece volessero avvicinarsi proprio in questa golosa occasione al balletto, potrebbero invogliare le parole del primo ballerino della Scala Massimo Murru.
«L’arrivo di Jiri Kylian qui a Milano – spiega Murru – è un treno che non si può perdere. Lavorare con lui è stato emozionante. Kylian è un artista in grado di risolvere qualsiasi problema coereografico, riesce a mettere a proprio agio ogni ballerino ed è estremamente umile, eppure la sua presenza mi metteva in imbarazzo. Se non riuscissi a fare ciò che chiede? Sarò all’altezza? Vivevo nel dubbio; ma quando si iniziano a ballare quelle coreografie, allora tutto appare più nitido: con lui cambia il rapporto tra essere umano e Dio».
Non bastano forse le parole di chi “ha vissuto” Kilian per descriverne il personaggio? E così il Balletto della Scala avrà l’onore di interpretare Symphony of Psalms, acquisendo la sensibilità musicale di un autore come Kilian il cui stile mancava all’interpretazione della compagnia scaligera.
Le otto coppie di ballerini al debutto sanno bene che solo i migliori hanno il privilegio di poter interpretare i suoi lavori; e conoscono anche l’intento di Kilyan e della sua Sinfonia dei Salmi di Stravinsky: lodare Dio con la danza. Accanto a loro sarà impegnata l’orchestra diretta da Vello Pahn con il Coro della Scala, diretto da Bruno Casoni.
Dopo il debutto al Festival di Balletto di Genova arriva a Milano, come parte del trittico Novecento, anche il capolavoro di Balanchine Theme and variations, che avrà come coppia principale Marta Romagna e Alessandro Grillo (alternati con Sophie Sarrote e Massimo Garon).

Ne Le sacre du printemps di Béjart invece (solo recentemente acquisita in repertorio) Massimo Murru sarà accompagnato da Deborah Gismondi (in alternanza con Gilda Gelati e Mick Zeni).

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