A Novi Ligure spunta il sindaco a costo zero

Sindaco, ma anche assessori, a costo zero, «per non pesare sul bilancio della città». Dichiarazione populista o promessa anti-casta? Comunque sia, un politico che lavora gratis è il sogno di molti italiani insofferenti nei confronti di privilegi e stipendi dei politici, anche locali. A fare, a sorpresa, la proposta di una giunta «low cost» è Gigi Moncalvo, giornalista e scrittore, volto noto della Rai, candidato sindaco di Novi Ligure sotto le bandiere del Pdl, Udc e La Destra e un paio di liste civiche, ora impegnato nel ballottaggio contro il candidato del centrosinistra e primo cittadino uscente Renzo Robbiano appoggiato da Pd, Idv, Comunisti. Tra l’altro nell’Alessandrino oltre al quella del sindaco di Novi, si decideranno al ballottaggio, con riapertura dei seggi prevista il 21 giugno, anche la carica di presidente della Provincia di Alessandria, con la sfida tra il presidente uscente Paolo Filippi (centrosinistra) e il parlamentare Pdl Franco Stradella; e la poltrona di sindaco a Tortona, tra Massimo Berruti (Pdl) e Giorgio Bailo (Pd). A Novi, però, le dichiarazioni di Moncalvo di un’amministrazione a costo zero, c’è da scommetterci, infiammeranno quest’ultimo scampolo di campagna elettorale. E a chi, specialmente tra gli avversari politici, pensano che la sua sia solo una boutade propagandistica, il giornalista replica: «Io e la mia squadra siamo decisi a metterci a servizio della città senza ritirare un centesimo dei compensi a cui avremmo diritto come amministratori pubblici. Ne va del bilancio comunale, già abbastanza gravato di spese». Poi la battuta in gergo calcistico, inevitabile per Moncalvo, tifoso sfegatato della Sampdoria: «Saremo una giunta da “zeru centesimi”» esclama imitando il mister morattiano Munigno. Ma non c’è solo questa novità. Moncalvo già pensa ad apparentamenti con il terzo candidato sindaco, la leghista Maria Porta, escluso dal ballottaggio. «Non ci sono stati ancora contatti - ammette Moncalvo -, ma noi siamo aperti a tutte le soluzioni. E del resto - precisa - il nostro 39,5% insieme al 14,2% della candidata Porta fa un abbondante 53% di novesi che hanno dichiarato la volontà di cambiare». Dati e affermazioni che sembrerebbero indicare un riavvicinamento tra Moncalvo e gli stessi ambienti leghisti che, a seguito di contrasti pre-elezioni, avevano optato per una lista autonoma. Che, però, ha raccolto poco meno di 2400 voti. In gioco c’è il controllo di un centro del Sud Piemonte, da sempre considerato un feudo rosso «Se il centrodestra vincerà sarebbe la prima volta dopo più di sessant’anni di incontrastato dominio delle sinistre in una città che ha bisogno di svoltare registro per rilanciarsi» annota Moncalvo, il quale ricorda anche alcune proposte inserite nel suo programma elettorale: la diminuzione del 25% della tassa rifiuti che grava sulle famiglie, gli autobus pubblici gratuiti «che tanto girano sempre semivuoti», e la riqualificazione di un movicentro «che ha deturpato una piazza cittadina dove si svolgono i mercati settimanali».
Tra gli altri ballottaggi del Basso Piemonte quello per la presidenza della provincia di Alessandria. Qui i numeri disegnano un testa a testa tra il presidente uscente, Paolo Filippi, a capo di una coalizione formata da Pd, Idv e liste comuniste, e l’onorevole Franco Stradella che conta sull’appoggio oltre che del Pdl anche di Lega Nord e La Destra. Filippi non è andato oltre al 43,33%; mentre Stradella si è attestato al 46,63%. Seguono, staccati, i candidati Giovanni Barosini (Udc), 3,76%; Giovanni Naggi (Rifondazione Comunista), 2,38%; Michele Giovine (Lega Padana - Pensionati), 1,8%; Daniele Ristorto (Mpa e Liberali), 1,7%; Bruno Fulceri (lista civica), 0,22%. Il programma di Stradale non può che essere quello di raccogliere i consensi delle liste di centrodestra che sono rimaste fuori dal ballottaggio. Un’operazione non impossibile che potrebbe portarlo alla presidenza della Provincia. Analoga operazione per Filippi che, tuttavia, potrebbe avere un bacino più ristretto da cui attingere voti.
A Tortona il candidato Massimo Berruti (Pdl, Lega Nord, Lista civica) ha guadagnato il 38,55 delle preferenze contro il 29,49 dell’avversario Giorgio Bailo (Pd, Udc, Psi, Idv e liste civiche).

Fuori dalla sfida Paolo Ronchetti, lista civica, poco meno del 15%; Carmelo Ciniglio, Rifondazione Comunista, 6,7; Alberto Balduzzi, lista civica, 4,9%; Marina Randone Cattaneo, Moderati e lista civica, 3,4; Davide Grillo, lista civica, 1%; Luciano Riva de Onestis, La Destra, 0,9%.
Anche a Tortona i candidati al ballottaggio daranno la caccia ai voti delle liste escluse dalle elezioni comunali, con travasi che, se ci saranno, potrebbero essere condizionati dalle aree politiche di appartenenza.

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