MoscaLIran e la Russia si sono affrontati ieri in uno scontro verbale senza precedenti a partire almeno dalla caduta dellUnione Sovietica, quasi 20 anni fa. Il sostegno di Mosca a un progetto di nuove sanzioni contro Teheran per il suo programma nucleare è «inaccettabile», ha affermato il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad. Al che il Cremlino ha risposto denunciando la «demagogia politica» del governo di Teheran.
Ahmadinejad ha anche avvertito il presidente Usa Barack Obama che una dichiarazione firmata la settimana scorsa da Teheran con la Turchia e il Brasile, in cui la Repubblica islamica si impegna ad accettare uno scambio di combustibile nucleare con lestero, rappresenta «la migliore opportunità» per Washington di arrivare a una soluzione che chiuda per via diplomatica lo spinoso contenzioso sul nucleare iraniano. Persa questa, ha detto il presidente iraniano, è «improbabile» che lIran ne offrirà unaltra.
Dopo essersi opposta a lungo ai progetti di nuove sanzioni sostenuti da Washington, la Russia ha sostenuto un progetto di risoluzione in questo senso presentato al Consiglio di sicurezza dellOnu dal gruppo 5+1: oltre a Usa e Russia, anche Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania. Liniziativa è stata presa la settimana scorsa solo un giorno dopo limpegno firmato da Teheran ad accettare lo scambio di uranio arricchito. Una mossa seguita dallavvertimento dellIran che intende comunque continuare anche in proprio larricchimento al 20%.
Brasile e Turchia, membri non permanenti del Consiglio di sicurezza, si sono detti subito contrari a nuove sanzioni. E a confermare che la risoluzione non avrà un percorso breve né facile, sono giunte le dichiarazioni del ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner, secondo il quale il testo sarà «discusso, migliorato, forse votato», soltanto a partire dai primi giorni di giugno. Sullesito dei negoziati, peraltro, pesa ancora lincertezza della posizione della Cina, che difficilmente potrà accettare sanzioni tali da mettere in pericolo il suo ruolo ormai acquisito di primo partner economico di Teheran.
Ma la nuova posizione espressa da Mosca resta un elemento preoccupante per lIran, che negli ultimi anni aveva potuto contare sulla Russia come su un alleato. Al punto che, nelle proteste antigovernative che nellestate del 2009 hanno scosso la Repubblica islamica, i manifestanti avevano spesso gridato slogan contro il governo di Mosca, accusandolo di sostenere incondizionatamente lesecutivo di Ahmadinejad.
La Russia, ha avvertito oggi il capo dei consiglieri diplomatici del Cremlino, Sergei Prikhodko, «segue sempre i suoi interessi nazionali di lungo termine» e perciò la sua politica «non può essere né filoamericana né filoiraniana». Inoltre, Mosca giudica «inaccettabile qualsiasi estremismo politico».
A questo punto, resta da vedere quale sarà il destino della prima centrale nucleare iraniana, quella di Bushehr, costruita dai russi, ma il cui avvio viene ritardato da anni. Mosca ha assicurato recentemente che limpianto entrerà in funzione ad agosto.
LIran ha dovuto incassare ieri anche le bordate del presidente dellAutorità palestinese, Abu Mazen, il quale ha criticato linfluenza «negativa» di Teheran su Hamas.
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