Nucleare, vera opportunità per Genova

Nucleare, vera opportunità per Genova

(...) La rinascita del marchio Ansaldo Nucleare; le parole coraggiose del numero uno di Ansaldo Energia Giuseppe Zampini che più volte si è schierato con forza a favore del ritorno del nucleare in Italia e contro le istituzioni che da un lato auspicano posti di lavoro per Genova e dall’altro sposano ogni demagogia sposabile; la storia stessa di Genova e, soprattutto, il calore e la passione di chi ha lavorato al progetto nucleare italiano in passato, sono la migliore garanzia della possibilità di un futuro.
Certo, occorre una politica degna di questo nome. Una politica che abbia il coraggio, anche a costo di scontentare qualcuno, di dire che il nucleare è prodotto in Francia, a pochissimi chilometri dall’Italia. E non esiste un trattato di Schengen dell’energia per cui si chiede il passaporto a quella prodotta con l’atomo oltre confine.
Una politica che, a differenza di quello che fa il Comune di Genova, non chieda l’istituzione dell’agenzia italiana per la sicurezza nucleare nella nostra città e poi metta dei bei cartelli con scritto «città denuclearizzata» a Nervi, a Pontedecimo, a Molassana e a Voltri.
Una politica che, a differenza di quello che fa la Regione Liguria, non auspichi nuovi investimenti e posti di lavoro e si coccoli Finmeccanica a tal proposito, e poi firmi i ricorsi alla Corte Costituzionale contro le centrali volute da Claudio Scajola quand’era ministro.
Una politica, in una parola, che faccia la Politica.
Nel frattempo, nell’attesa di questa Politica, e nell’attesa della grande opportunità di sviluppo e di futuro di Genova - qualcosa che avrebbe lo stesso peso specifico di un Terzo Valico che diventasse finalmente realtà o di un vero lancio turistico delle nostre bellezze - possiamo consolarci con il fatto che l’energia è, quantomeno, protagonista della stagione teatrale genovese.
Da un lato, la scelta di Pina Rando, Giorgio Gallione e del teatro dell’Archivolto di fare di Pier Paolo Pasolini il protagonista della stagione, sia con Eretici e corsari, sia, addirittura, in forma di danza, come vedremo in gennaio. Il Pasolini di Petrolio e del giallo sul capitolo mai ritrovato, il Pasolini che raccontava i lampi sull’Eni a modo suo.
E poi, sempre al Modena, la prima nazionale di Suicidi? Le strane morti di Castellari, Cagliari e Gardini durante Tangentopoli, nel quale Bebo Storti e Fabrizio Coniglio hanno messo in scena, anche con il sorriso, i tragici dubbi giudiziari di Mario Almerighi su tre casi classificati come suicidi, ma che possono raccontare tutt’altre storie.
E infine, alla ripresa della stagione (da martedì 11 a sabato 15 alle 20,30 e domenica 16 gennaio alle 16, con prevendite dal 4 gennaio), il direttore dello Stabile Carlo Repetti ha voluto in scena Laura Curino, autrice insieme al regista Gabriele Vacis di Il signore del cane nero - Storie su Enrico Mattei, altri brandelli d’Italia e di storia dell’energia che partono dalla caduta dell’aereo di Enrico Mattei, classificata fino a quel punto come un incidente, e invece leggibile come un triplice omicidio.

Con il Cane Nero, il simbolo dell’Eni, come filo conduttore di tutte queste storie.
Come dire che nell’attesa, speriamo non vana, di essere miglior attrice protagonista dell’energia italiana del futuro, Genova inizia ad essere almeno la miglior spettatrice dell’energia italiana del passato.

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