«Eliminiamolo, in futuro mancheranno troppi medici». «No, manteniamolo, altrimenti ne risentirà la qualità della preparazione di chi studia». Il numero chiuso nelle facoltà di medicina ha spaccato in due il mondo dei camici bianchi: da un lato quelli daccordo con la Regione Lombardia che vuole eliminarlo e dallaltra i conservatori, che invece chiedono di mantenerlo. Poi cè la fazione di chi, più realisticamente, suggerisce di ampliarlo in base alle esigenze dei prossimi anni. Alla base del dibattito cè la necessità di rimpolpare le fila dei medici in corsia. Infatti in base alle previsioni del Pirellone, nel 2015 negli ospedali mancheranno 7.600 medici, due su cinque di quelli in servizio nel 2010. E bisogna trovare il modo di garantire un ricambio generazionale adeguato, arruolando un numero di matricole proporzionato rispetto al numero di medici che andranno in pensione nei prossimi anni.
Il presidente Lombardo Roberto Formigoni ha chiesto alle università di eliminare il numero chiuso. E lassessore alla Sanità Luciano Bresciani ha lanciato una proposta: permettere agli ospedali privati o alle aziende farmaceutiche di pagare gli studi ai ragazzi. In questo modo, oltre alle matricole che superano il tradizionale test dingresso, ci sarebbero altri medici che non graverebbero sui costi dello Stato con nuove rette ma che verrebbero finanziati dai loro futuri datori di lavoro.
In queste settimane gli atenei lombardi stanno calcolando quanti studenti in più potrebbero accogliere, quante aule in puù potrebbero realizzare e quanto costerebbe ampliare il numero di studenti. Entro lestate consegneranno tutte le informazioni allassessorato regionale alla Sanità e da lì si comincerà un ragionamento per studiare un piano anti numero chiuso.
Lassociazione dei medici dirigenti Anaao sostiene il progetto della Regione: «Se nei prossimi anni alla sola Lombardia mancherà il 40% dei medici dipendenti, non basterà sostituirli con altre figure professionali. Per questo bisogna rinnovare i percorsi formativi».
Contro labolizione del numero chiuso sono invece i giovani medici di Federspecializzandi: «Si deve considerare - sostengono - che unabolizione del numero chiuso a Medicina comporterebbe enormi problematiche organizzative nella didattica, portando a una quasi scontata riduzione della qualità della formazione».
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