La nuova ondata di immigrazione in città? Le taccole

La nuova ondata di immigrazione  in città? Le taccole

Varie specie di uccelli volano nei cieli della Superba. Tra gli immancabili piccioni, sempre pronti a sporcare dappertutto, indifesi passeri e nutriti stormi di rondini in volo acrobatico tra i palazzi e dall'inconfondibile garrito, è una sinfonia di suoni e richiami. Ad attirare l'attenzione dei genovesi ci si mettono pure i versi nasali e acuti (una sorta d'inconfondibile «jak, klak» ndr) delle taccole. Questi uccelli neri, simili a corvi o cornacchie, sono, in realtà, dei loro parenti, ma più piccoli. Diffusissimi in Europa, stanno colonizzando da tempo anche la nostra regione. «Sono uccelli che stanno volentieri sui cornicioni e sui bordi dei tetti - spiegano alcuni residenti della Foce - e, di solito, non danno fastidio. Ma se lasciamo le finestre aperte, ogni tanto cercano di entrare in casa e bisogna stare attenti». Anche il sottoscritto stava per andarci di mezzo: una taccola, approfittando di un momento di distrazione, ha spiccato il volo dal palazzo di fronte e si è diretta come una freccia verso la mia stanza. L'ho battuta in velocità chiudendo la finestra, giusto in tempo per assistere alla sua spettacolare virata e a qualche acrobazia aerea.
Secondo la biologa Stefania Busatta, le taccole colonizzano volentieri boschi, parchi, giardini, zone coltivate, scogliere e città. Sono molto versatili nel costruire il nido con ogni tipo di materiale e alcune sono state avvistate mentre strappavano ciuffi di lana dal dorso delle pecore per creare un'imbottitura confortevole al nido, nel quale depongono da 4 a 6 uova. Questi uccelli sono onnivori e la loro dieta spazia dagli invertebrati alle larve degli insetti, senza trascurare frutta, semi e rifiuti. «Le taccole sono presenti a Genova dall'inizio degli anni '80 - spiega Enrico Borgo, funzionario del Museo Civico di Storia Naturale G. Doria - e sono arrivate in città a seguito di una naturale espansione, dato che erano già presenti in Piemonte, nell'Imperiese e nello Spezzino. Le città sono più sicure per questi uccelli, data la scarsa presenza di predatori, cibo in abbondanza, fornito dalle persone o abbandonato, e vi sono molti piccioni e altri uccelli di dimensioni inferiori su cui esercitare l'attività predatoria, a danno di uova e pulcini. Inoltre, Genova offre loro molti spazi verdi e moltissime cavità in cui nidificare».
Molti si domandano come affrontare una taccola, lunga più di 30 centimetri e con un'apertura alare che supera i cinquanta, se entrasse in casa e svolazzasse allegramente nelle stanze, provocando danni e sporcando. «È strano che una taccola decida di entrare in una casa di sua spontanea volontà - riprende Borgo - però è un uccello molto curioso e l'eventualità non si può escludere. In questo caso, la cosa migliore è impedirle di andare in giro, chiudendo la porta della stanza in cui è entrata. Per invogliarla a uscire, bisogna spalancare le finestre e si può agitare uno strofinaccio o un asciugamano». È un uccello che non attacca l'uomo se non per difendere il nido.

È poco più grande di un piccione e non crea particolari problemi, però la sua beccata, anche se non è molto potente, può fare male. Quindi, occhio alle finestre e niente incontri ravvicinati, specie se la tavola è imbandita: una taccola potrebbe accettare l'invito a pranzo.

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