A molti mesi di distanza dalla chiusura delle indagini e dai rinvii a giudizio, ci troviamo davanti a fatti e notizie che possono davvero cambiare la storia precipitosamente scritta dellinchiesta su Calciopoli e di uno scudetto (quello 2005-2006 revocato alla Juve) che il commissario federale, lex membro del cda dellInter Guido Rossi, assegnò allInter? Dalle trascrizioni delle telefonate reperite dalla difesa di Luciano Moggi davanti al tribunale di Napoli emergono alcune certezze. Sicuramente falsa è una dichiarazione del pm Giuseppe Narducci: «Piaccia o non piaccia agli imputati, non ci sono mai state telefonate tra Bergamo o Pairetto con il signor Moratti». Sappiamo che non è vero, come sappiamo che il presidente dellInter diceva una menzogna quando affermava di non aver mai parlato con i designatori arbitrali. Unaltra certezza è che, tra intercettazioni «nuove» e altre riproposte e spacciate anchesse per nuove, limpianto accusatorio mostra più di una crepa. Non è soltanto «qualcosa» ad essere sfuggito, come un po incautamente aveva affermato qualche giorno fa laccusa. La maggior parte dellenorme massa di intercettazioni - oltre 170mila contatti - non è stata neanche presa in considerazione. Insomma, le intercettazioni non sono uguali per tutti, come non lo sono le misure atte ad accertare la verità. Ci sono stati pranzi «sospetti» filmati dagli inquirenti e altri «dimenticati» dagli stessi, colloqui vivisezionati e curiosi incontri che avrebbero dovuto risvegliare linteresse degli investigatori e invece - per dirla con il loro gergo - non sono stati «minimamente attenzionati».
Unultima certezza: in questa vicenda non ci sono e non ci sono state verginelle. Resta da chiarire se esiste un «qualcuno» che abbia deciso che i presunti meno peggio si sarebbero salvati e il presunto peggiore lavrebbe invece pagata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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