RomaPrevedibile, quasi annunciato. In corrispondenza dellavvio del G8, secondo la stampa estera, starebbe per arrivare nuovo fango su Silvio Berlusconi sotto forma di altre foto «scattate» a Villa Certosa. Palazzo Chigi interviene formalmente e senza mezze misure. «Morbosa campagna della stampa estera», tuona la nota del governo che mette nel mirino in particolare il «gruppo Murdoch». Il problema non sono neppure i contenuti delle «foto asseritamente scattate a Villa Certosa». Il problema non si pone neppure, perché Palazzo Chigi precisa che «nessuna immagine scattata a Villa Certosa può avere alcunché di imbarazzante per il presidente Berlusconi». Tanto clamore dunque non si spiega a meno che le fotografie «promesse» dalla stampa estera non siano state preparate alla bisogna, tanto che le immagini di cui ha parlato il giornale inglese «non corrispondono a fatti avvenuti e sono certamente frutto di manipolazione o di fotomontaggi digitali».
Fin qui sul contenuto. Poi cè laltro aspetto, non secondario. Perché, di qualunque cosa si tratti, quelle foto, se davvero si riferiscono a momenti di vita privata «rubati» a Villa Certosa, non possono essere pubblicate, come disposto chiaramente anche dal Garante della Privacy. Insomma il materiale per Palazzo Chigi «sarebbe liberamente pubblicabile se non violasse gravemente la privacy di soggetti ritratti a loro insaputa». Tanto più che le fotografie dovrebbero essere corredate da quelle che la nota definisce «menzogne e insinuazioni sul presidente Berlusconi» riproposte «senza citare nomi, né fonti.
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