XPENG ha presentato il suo nuovo robot, XPENG Iron. Si tratta di un modello che ha stupito tutti durante il suo debutto in passerella, al punto che l'azienda ha dovuto tagliare il rivestimento esterno per dimostrare, ai più increduli nel pubblico, che si trattava davvero di un robot e non di un essere umano che ne imitava le movenze.
Un robot che deve dimostrare di non essere umano
La reazione del pubblico presente all'evento ha stupito lo stesso team che si è occupato dello sviluppo di Iron perché, per la prima volta, un robot ha dovuto dimostrare di non essere un umano, mentre il test di Turing si basa sulla domanda opposta.
Alto (o alta) un metro e settantatré, XPENG Iron ha potuto stupire tutti nella camminata e nelle movenze proprio grazie all'imitazione degli esseri umani: c'è una colonna vertebrale simile alla nostra, e le mani hanno 22 gradi di libertà per renderle in grado di usare strumenti e utensili.
Il punto fondamentale, per far si che questi robot diventino accessibili, è la produzione in massa: per questo XPENG ha creato dei giunti nelle mani che garantiscono versatilità e sono anche economici. L'obiettivo è iniziare la produzione nel 2026 con le prime applicazioni industriali, come ad esempio l'accoglienza dei clienti.

Xpeng Iron: un robot con un "cuore"
La scelta della batteria allo stato solido, una batteria molto più sicura di quelle con elettrodo liquido usate al momento, conferma poi le intenzioni del team di sviluppo che vogliono creare una connessione emotiva tra umani e robot. Affinché tale connessione si crei, è necessaria la vicinanza tra robot e umani, la loro convivenza. Ed è proprio questo il motivo per cui è stata scelta una forma umanoide e una batteria più costosa che, però, aumenta nettamente la sicurezza rispetto alle batterie delle auto che possono sfruttare un'armatura di protezione che il robot, per ovvi motivi di spazio, non ha.
Insomma, la filosofia del team di sviluppo di Iron è quella di un'integrazione quasi perfetta tra umani e robot: Iron non vuole essere visto come uno strumento o come qualcosa di alieno dalla società. Partendo dal contesto lavorativo, dove verranno integrati nella prima fase, e proseguendo con il contesto casalingo che è un obiettivo finale, i robot come Iron diventeranno familiari, almeno stando alle intenzioni del team di sviluppo di XPENG.
Un robot che non dipende da Internet
Ma come ragioneranno questi robot? XPENG Iron è pensato per non per essere dipendente da internet: la connessione in rete sarà un extra, qualcosa che Iron potrà usare, ma da cui non dipenderà il suo funzionamento. L'IA integrata a bordo e i processori per l'elaborazione dei dati che arrivano dai sensori (e dall'interazione con l'uomo) renderanno Iron in grado di funzionare sempre, senza l'accesso a un "cervello" da remoto rappresentato dal Cloud.
Il progetto nasce infatti con tutto il necessario, a livello di hardware e software, per funzionare sempre offline. Sembra un paradosso, ma il team di sviluppo di una delle aziende più tecnologiche del settore parte da una filosofia che si distacca dal comportamento umano degli ultimi anni, ormai dipendenti dalla linfa vitale che Internet ci propina sotto forma di social network...
Il robot del futuro sarà in grado di
pensare senza Internet, mentre gli umani di oggi già iniziano a faticare a staccare la testa dallo schermo dello smartphone connesso e rischiano di diventare sempre più dipendenti da Chat GPT e simili per qualsiasi attività.