Nuove nomine e dismissioni Il Pdl difende Zuccoli e A2A

Prima le bordate dell’assessore al Bilancio Bruno Tabacci, poi quelle del collega «arancione» di giunta Franco D’Alfonso. Non c’è pace per A2A, il colosso dell’energia (gas ed elettricità) nato dalla fusione tra Milano e Brescia. Che, in tempi di magri bilanci comunali, cominciano a ragionare su una cessione di quote per far quadrare i conti del 2012. E subito c’è qualcuno (come D’Alfonso) che ipotizza addirittura la cessione dell’intero pacchetto. Magari recuperando Amsa. Nel frattempo le diplomazie dei Comuni (e soprattutto i partiti) già si muovo per il rinnovo a primavera dei vertici della società. I patti prevedono l’alternanza, con Milano che ha avuto la presidenza del consiglio di gestione e la cederà a Brescia in cambio della sorveglianza. Presieduta da Graziano Tarantini che piace a Brescia e potrebbe essere destinato alla poltrona di Giuliano Zuccoli. I dubbi semmai derivano da un curriculum che elenca presidenza di Banca Akros, il cda Bpm e la Fondazione Cariplo. Nel caso, dicono le indiscrezioni, potrebbe essere affiancato da un amministratore delegato come l’attuale direttore generale Renato Ravanelli. Più in bilico la posizione di Zuccoli, al timone durante le gestioni di Gabriele Albertini (quando c’era ancora l’Aem) e poi di Letizia Moratti, ma che non sembra rientrare nei programma dell’accoppiata Pisapia-Tabacci.

A difenderlo l’ex assessore Giulio Gallera che a chi contesta la gestione di A2A, ricorda che si tratta della «più grande multiutility territoriale d’Italia». Che ha «staccato al Comune 200 milioni di euro negli ultimi tre anni». La sostituzione di Zuccoli? «Andrebbe ringraziato e difeso. Se vogliono sostituirlo, almeno non inventino scuse».

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