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Nuovi guai per Ciancimino jr, pure Bologna vuole incriminarlo per calunnia

Aveva denunciato di essere stato minacciato da un agente dei Servizi nel 2009. Ma ora il gip ha archiviato la posizione dello 007, perché le indagini hanno smentito le sue parole. È l'ennesimo flop del testimone chiave sulla presunta trattativa Stato-mafia

Nuovi guai per Ciancimino jr, pure Bologna vuole incriminarlo per calunnia

Ennesima figuraccia per Massimo Ciancimino, teste chiave nonché imputato del processo di Palermo sulla trattativa Stato-mafia. Il gip di Bologna ha infatti archiviato la posizione dell'agente dei Servizi che Ciancimino jr aveva individuato come l'autore di alcune minacce nei suoi confronti nel 2009. E adesso la procura sta valutando se incriminare lui, che quelle minacce aveva raccontato ai pm di Palermo, per calunnia.
Al centro dell'inchiesta, un episodio, riferito da Ciancimino e risalente al 3 luglio 2009, di poco successivo all'inizio della sua collaborazione con i pm di Palermo. Secondo la sua versione, nella sua casa di Bologna si era presentato un uomo, di cui aveva dato una descrizione, a minacciare lui e la famiglia. «Si ricorda di me - gli avrebbe detto il fantomatico mister x - da oggi non la protegge più nessuno» e «sei una testa di c...., tu devi pensare a tua moglie e a tuo figlio». Ciancimino jr aveva anche individuato il presunto autore delle minacce. E i pm palermitani avevano trasmesso per competenza gli atti ai colleghi bolognesi, con un giudizio di attendibilità, dopo che Ciancimino aveva detto che a Bologna gli era stata recapitata anche una busta contenente tre proiettili.
Ma le indagini, a Bologna, hanno raccontato tutt'altra storia. Punto primo: la visita del 3 luglio del 2009 non ha trovato riscontro nelle telecamere installate all'insaputa di Ciancimino fuor dall'abitazione, in seguito ad accertamenti in corso per episodi precedenti di presunte minacce subite. Già in precedenza, infatti, le riprese avevano smentito un altro fatto denunciato, cioè che sconosciuti gli avevano citofonato di notte per minacciarlo. La responsabilità dell'agente è stata esclusa grazie ad attente verifiche sui tabulati, che hanno dimostrato come in quei giorni non fosse in città. Inoltre, la descrizione fisica fornita non era compatibile con quella reale: Ciancimino aveva parlato di una persona alta 170-175 cm, mentre l'agente è alto 1 metro e 94. Infine, fu acquisita una ricevuta dell'utilizzo della carta di credito con la firma dell'agente a Palermo, in orario pure incompatibile con una sua presenza a Bologna.
Insomma, flop su tutta la linea. Tanto che l'archiviazione della posizione dell'agente era stata chiesta dai pm, il procuratore capo Roberto Alfonso e il suo aggiunto Valter Giovannini. Adesso il gip ha archiviato con decreto. E la procura sta valutando se indagare Massimo Ciancimino per calunnia.
Non è la prima volta che Ciancimino jr incorre in questo reato.

È infatti già sotto accusa, proprio per calunnia nei confronti dell'ex capo della Polizia, adesso presidente di Finmeccanica, Gianni De Gennaro.

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